«Gli aspetti economici e finanziari legati alla fruizione e sfruttamento di tali beni ambientali sono un’altra cosa e la scelta di destinare tali risorse economiche alla tutela degli ambienti piuttosto che ad azioni di valorizzazione e promozione turistica restano e sono in capo al Comune di Alghero» precisa il neo presidente di Porto Conte
ALGHERO - La notizia rilanciata dal
Quotidiano di Alghero [
LEGGI] circa la dubbia interpretazione del punto 8 dell’art. 23 del regolamento del Parco Regionale di Porto Conte che contempla "la gestione delle grotte turistiche del territorio" è oggetto di uno specifico chiarimento da parte del presidente, Antonio Farris, che sottolinea il ruolo del Parco nella gestione del patrimonio carsico e speleologico.
«Un’area protetta regionale laddove insiste in un territorio ad elevato valore geologico e speleologico ha l'obbligo istituzionale di governarne i processi gestionali legati alla tutela, salvaguardia e conservazione di detti ambienti. Lo deve fare non solo in forza della sua legge istitutiva (nel caso del Parco di Porto Conte la n. 4 del 26.02.1999 Regione Sardegna) - sottolinea Farris - ma anche nel caso specifico della legge che tutela il patrimonio speleologico che in Sardegna è la n. 4 del 07.08.2007».
«Gli aspetti economici e finanziari legati alla fruizione e sfruttamento di tali beni ambientali sono un’altra cosa e la scelta di destinare tali risorse economiche alla tutela degli ambienti piuttosto che ad azioni di valorizzazione e promozione turistica restano e sono in capo al Comune di Alghero» precisa il neo presidente di Porto Conte. «L’articolo 23 del regolamento contenuto nel Piano del Parco specifica quindi sostanzialmente il governo del bene naturale per la sua salvaguardia e conservazione che, per legge, è in capo all'Ente Parco che ha l’obbligo di disciplinare i flussi e definire il carico antropico tollerabile» conclude la nota di Casa Gioiosa.
Nella foto: il presidente del parco Regionale di Porto Conte, Antonio Farris
Commenti