Ancora una volta Eni non rispetta gli accordi e continua ad escludere imprese sarde dal polo industriale di Porto Torres. La denuncia arriva dal senatore Pd, Silvio Lai su segnalazione di Luciano Mura
PORTO TORRES - Ancora una volta Eni non rispetta gli accordi sottoscritti e continua ad escludere imprese sarde dal polo industriale di Porto Torres favorendo imprese non locali. La denuncia arriva dal senatore del Partito democratico, Silvio Lai in seguito all’ultima segnalazione giunta dal candidato sindaco del Pd, Luciano Mura, riguardante un’impresa sarda locale destinata a chiudere a causa delle politiche di Eni in Sardegna che continua ad espellere, dalle procedure di appalto, aziende al servizio della fabbrica da anni.
Si tratta della PluryLab, società che da 10 anni svolgeva analisi ambientali per conto di Versalis e che non è stata neppure invitata a partecipare al nuovo appalto, vinto dalla società Theolab di Torino. Aziende fortemente radicate nel territorio e dotate di maestranze locali improvvisamente rimpiazzate da ditte che provengono fuori la Sardegna. «Plurylab non ha potuto partecipare alla gara, quasi certamente, - spiega Silvio Lai - perché non ha un bilancio tre volte superiore al valore dell’appalto». Sarebbero queste le regole del procurement (sistema di acquisto dei servizi) di Eni, ora esteso anche a Matrìca. «In questo modo si impedisce alle aziende locali di poter concorrere dato che la dimensione del mercato locale non consente nella maggior parte dei casi lo sviluppo di imprese sarde in grado di raggiungere quelle dimensioni economiche», ha precisato Lai.
Tale contesto rischia di determinare conseguenze paradossali per le imprese escluse dagli unici appalti di grandi aziende nazionali, poiché non avranno mai l’occasione di crescere e di maturare. «Plurylab sarà costretta così a licenziare i propri dipendenti oppure ad accettare il subappalto del vincitore che non trasferirà da Torino il proprio personale. Si renderà disponibile ad utilizzare quello locale, ma al netto del margine aziendale, ovvero l’azienda sarda, dovrà fare lo stesso lavoro di prima con il 30% in meno di budget oppure dovrà chiudere i battenti», sottolinea il senatore Pd. La preoccupazione era sorta qualche settimana fa in occasione dello sciopero di solidarietà nei confronti di un gruppo di lavoratori dell’impresa Mms Consorzio al servizio di Matrìca, licenziati per scadenza dei termini del contratto di lavoro.
In quella circostanza l’ex sindaco Mura aveva lanciato l’allarme sul trasferimento in capo ad Eni della gestione degli appalti di Matrìca, che per accordi firmati privilegiava le maestranze locali, con il rischio di penalizzare ulteriormente le imprese sarde. «Solo dieci giorni fa avevamo denunciato questo rischio e chiesto ed ottenuto l’intervento del presidente Pigliaru nei confronti di Eni che aveva dato rassicurazioni sul coinvolgimento delle imprese sarde», ha ribadito il senatore Lai, che aggiunge «avevamo giudicato tali rassicurazioni inaffidabili nel caso non fossero state accompagnate da un cambiamento delle regole del procurement, dell’ufficio appalti di Eni a Milano. Nella stessa occasione avevamo denunciato il fatto che Eni non accreditava le imprese sarde nella vendor list se non in maniera del tutto arbitraria con aziende in lista d’attesa da anni e altre immediatamente inserite, e con l’ulteriore paradosso che anche alcune imprese che hanno costruito a tempo di record il nuovo stabilimento di Matrica, non risulterebbero accreditate tra le imprese Eni».
Il senatore Pd sostiene che non si tratta di una richiesta generica ma dell’importanza di vigilare e garantire che la battaglia fatta perché il 60% dei lavori di bonifica affidati alla Rti guidata da Castaldi, siano affidati in maniera trasparente alle aziende locali e non attraverso procedure sconosciute e con esclusioni non motivate. La convinzione del senatore Lai è che sia necessario, se non indispensabile un’azione sinergica di tutte le istituzioni, da quelle locali, alla Regione per arrivare sino al Governo, per chiedere ed ottenere da Eni il rispetto degli impegni assunti, ma soprattutto il rispetto per questo territorio. «Serve che ci sia un’amministrazione comunale che denunci, come ha ben fatto Luciano Mura, situazioni come quella della PluryLab. Allo stesso tempo la Giunta Regionale non può attendere ancora confidando nella correttezza e nella educazione di chi, come Eni, pensa di poter impunemente umiliare il territorio, cancellando investimenti in maniera unilaterale, ritardando le bonifiche, modificando conti e impegni e saccheggiando le imprese sarde e modificando in maniera colpevole il sistema economico locale», ha sottolineato Lai.
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