Così Stefano Deliperi del Gruppo d’Intervento Giuridico annuncia battaglia alla decisione di realizzare un piccolo impianto polivalente di macellazione della fauna selvatica ad Alghero
ALGHERO - «Un parco naturale di Porto Conte non può trasformarsi in una macelleria ecologicamente sostenibile». Così Stefano Deliperi del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Lega per l’Abolizione della Caccia, che sottolinea come l’Azienda speciale, «anziché preoccuparsi di bistecche di Daino e salumi di Cinghiale, dovrebbe preoccuparsi di predisporre il piano del parco, strumento fondamentale di gestione dell’area naturale protetta tuttora assente».
Deliperi si riferisce all'annuncio [
LEGGI] da parte del Parco di Porto Conte dell'imminente inserimento - tra i prodotti certificati dell’area parco - della carne di cinghiale (quelli rientranti nelle campagna di catture e abbattimenti programmati) e daino. Gli ambientalisti contestano la realizzazione in proprio di un piccolo impianto polivalente di macellazione della fauna selvatica - così come annunciato di recente dal presidente Stefano Lubrano - annunciando un'opposizione con ogni mezzo legale a quelli che vengono considerato «intendimenti a dir poco assurdi per un parco naturale».
Piaccia o no - conclude Deliperi - “prelievi faunistici” e “abbattimenti selettivi” in un area naturale protetta sono l’extrema ratio in presenza di accertati “squilibri ecologici” e, in particolare per il Daino, presente nella Foresta demaniale di Porto Conte, (nel marzo 2014 sono stati censiti 243 daini) gli eventuali esemplari in eccesso possono benissimo essere catturati e trasferiti in altre Foreste demaniali della Sardegna.
Nella foto: un daino abbattuto nel parco di Porto Conte
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