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S.A. 18 giugno 2014
Il Parco querela il Comitato Rinascita in borgata
Il management del Parco di Porto Conte all´indomani delle dichiarazioni del Comitato Rinascita della Bonifica fa sapere di aver proceduto con una denuncia per diffamazione nei confronti dell´associazione, e risponde punto su punto a quelli che il cda definisce degli «attacchi gratuiti»


ALGHERO - «Se da un lato la questione dei cinghiali rimane una oggettiva criticità gestionale per tutte le aree protette ed è quindi legittima e comprensibile la denuncia dei disagi sofferti dalla popolazione residente nell’area contigua dei Parchi e quindi anche nel caso del Parco di Porto Conte, dall’altro lato è ingeneroso e fuorviante rappresentare un luogo protetto privo di gestione e soprattutto attaccare il personale senza conoscere le attività messe in campo per affrontare la problematica degli ungulati e le altre attività poste in essere dal Parco». Il management del Parco di Porto Conte all'indomani di alcune dichiarazioni del Comitato Rinascita della Bonifica sull'allarme cinghiali [LEGGI], risponde punto su punto a quelli che il Cda definisce degli «attacchi gratuiti», anticipando di aver dato mandato ai legali per procedere con una denuncia per diffamazione nei confronti dell'associazione.

Il Cda dell'ente difende l'operato dei collaboratori rispetto agli attacchi del Comitato: «denotano la totale assenza di informazione sulla residenza dei collaboratori del Parco, per il 90% tutti giovani laureati algheresi e addirittura alcuni residenti nell’agro per cui ben consci dei disagi prodotti dai cinghiali». Polemiche a parte, da Casa Gioiosa vanno nel merito della questione: «dal 2008 ad oggi sono stati abbattuti circa 1000 cinghiali. Forse troppo pochi per il presidente del Comitato di rinascita della bonifica, ma il massimo consentito dai censimenti effettuati dall’Ente Foreste, Università di Sassari e Ispra. Inoltre senza il Parco quel migliaio di animali con relative figliate e con il tasso di riproduzione fantasioso più volte segnalato dal Comitato di rinascita della bonifica sarebbe aumentato in maniera esponenziale e avrebbe invaso non solo i terreni, ma anche le abitazioni e i tetti delle abitazioni».

Detto questo, «il problema degli ungulati è serio e di una complessità tale che la gestione è multidisciplinare e multistituzionale e interessa l’intero bacino mediterraneo. Ossia coinvolge competenze che spaziano dagli aspetti strettamente ambientali ed ecologici a quelli più stringenti di ordine igienico-sanitario» precisano dal Parco che già dal 2008 - anno in cui venne eseguito il primo censimento - ha messo attorno al tavolo tutti i soggetti istituzionalmente competenti: Regione Sardegna Assessorato ambiente, Provincia di Sassari, Ente Foreste della Sardegna, Corpo Forestale e di V.A. della Sardegna, Università degli Studi di Sassari, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, Servizi veterinari Asl 1 di Sassari.

«Grazie a questo tavolo di lavoro - spiega il Consiglio di ammnistrazione - sono stati realizzati e portati a termine due piani di controllo e contenimento che anno dopo anno sono stati ulteriormente affinati e si sono sperimentate varie attività di gestione del problema. Dalla cattura con gabbie, agli abbattimenti su postazione fissa, alla qualifica di 50 coadiutori della fauna selvatica sino ad interventi di abbattimento con fucile all’interno dell’area protetta con l’utilizzo delle altane, appositamente acquistate dal Parco». E aggiungono: «dal luglio 2013 è pronto un nuovo piano di controllo della popolazione che presenta ulteriori elementi di novità che dovrebbe agire in maniera ancora più incisiva sul problema. Il Piano di controllo, tuttavia, è in attesa di approvazione da parte dell’assessorato regionale alla Sanità «per tutta una serie di ragioni di tipo igienico sanitario che comportano un regime autorizzatorio piuttosto complesso». Cionostante lo scorso mese di aprile la Prefettura di Sassari - su sollecitazione del presidente dell'ente Stefano Lubrano - ha autorizzato un'azione di abbattimento selettivo all’interno del complesso forestale di Punta Giglio e ai confini dell’abitato di Maristella. Ora si attende il via libera dall'assessorato regionale per l'avvio del nuovo piano triennale di contenimento già richiesto dal neo sindaco Mario Bruno.

«Pertanto appare davvero pesante e priva di fondamento l’accusa di “lassismo” del personale del Parco. Prima di lanciare accuse, bene avrebbe fatto il Comitato a chiedere notizie sulle attività, come fanno tante altre associazioni e privati cittadini che legittimamente si informano sull’operato del Parco. Lo ha fatto invece solo ieri, ma a seguito della pubblicazione dell’articolo denigratorio, quasi a volersi informare a posteriori dopo aver comunque insultato l’istituzione Parco» è la risposta di Casa Gioiosa al presidente del Comitato di rinascita: «l’Ente avrebbe dato tutte le informative del caso e accolto anche critiche oggettive sull’operato come già è stato fatto per il Comitato di Maristella, di Fertilia, del Comitato Zonale della Nurra». E concludono: «l’attacco a mezzo stampa con una impostazione denigratoria più che mirata alla risoluzione del problema e tra l’altro lesiva dei lavoratori tutti giovani professionisti del territorio, spinge pertanto l’Ente Parco a tutelarsi legalmente nelle sedi opportune. Il consiglio d’amministrazione dell’Ente infatti, ha dato mandato ad un avvocato al fine di procedere con una querela per diffamazione a mezzo stampa».
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