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S.S. 3 marzo 2014
Cgil, Spanedda: «I tagli trasformano il ceto medio in povertà»
I tagli stanno trasformando in nuove povertà il ceto medio legato al pubblico impiego: la denuncia è di Pier Paolo Sanedda, rieletto segretario territoriale della Cgil Funzione pubblica


SASSARI - Il blocco della contrattazione e degli stipendi prorogato alla fine 2014 e il taglio dello straordinario sta trasformando in nuove povertà il ceto medio legato al pubblico impiego. Lo ha denunciato il segretario della Funzione pubblica della Cgil, Pierpaolo Spanedda, confermato segretario generale territoriale della categoria al termine del quinto congresso provinciale. E' vero che vanno tagliati gli sprechi, ha detto Spanedda, ma i tagli lineari che da dieci anni si abbattono sui lavoratori della pubblica amministrazione sono il simbolo del fallimento degli ultimi governi, incapaci di riformare il sistema in modo graduale e condiviso con i sindacati e i lavoratori.

Spanedda ha ricordato l'importante lavoro quotidiano dei dipendenti pubblici, troppo spesso additati come assenteisti e nullafacenti ma in realtà, nella stragrande maggioranza, fortemente impegnati ogni giorno in compiti fondamentali, dalla sanità alla scuola, dalle forze dell'ordine agli enti locali. Una categoria, quella della Funzione pubblica, che rischia di soffrire pesantemente le politiche di riduzione del personale e il blocco dei turnover dettati dai governi, tanto da indurre la Corte dei conti a esprimere preoccupazione sulla tenuta dei servizi erogati alla collettività.

Il pubblico impiego, inoltre, non garantisce più la certezza del posto fisso: la mancata assunzione di personale a tempo indeterminato, ha detto Spanedda, «ha trasformato le pubbliche amministrazioni nel primo produttore di lavoro precario del Paese». Il settore viene inoltre indebolito pesantemente dalla privatizzazione dei servizi, esternalizzati e dati in appalto, spesso a imprese o cooperative interessate solo a comprimere i salari e non alla qualità dei servizi erogati.

Il tema è stato ripreso dal segretario generale della Camera del lavoro di Sassari, Antonio Rudas, che ha reclamato maggior rispetto per i lavoratori della pubblica amministrazione, insieme a una riforma del settore: «Le sacche di inefficienza ci sono ovunque – ha detto Rudas – ma non si possono condannare i lavoratori quando ad essere inadeguate sono le strutture organizzative». Il segretario provinciale della Cgil ha quindi richiamato la necessità di una redistribuzione delle risorse per evitare nuovi tagli lineari al comparto, fondamentale per l'erogazione dei servizi alla collettività.

I lavori, cui ha partecipato anche il segretario regionale Nino Cois, sono stati conclusi dalla segretaria generale nazionale della FP-Cgil, Rossana Dettori, concorde sul bisogno di riformare il comparto ma non "alla Brunetta", «altrimenti siamo pronti a bloccare il Paese», ha detto. Si devono invece tagliare gli sprechi e dare un nuovo input di efficienza ai sindaci e agli amministratori, in particolare nella sanità. In questo settore, ha spiegato Dettori, «bisogna fermare le nomine clientelari del management nelle aziende sanitarie, togliendole dalle mani delle Regioni, che rispondono ai bisogni di certa politica e non dei cittadini». Sulla riorganizzazione degli enti locali, la segretaria generale ha ricordato che «la Cgil non è affezionata alla denominazione delle Province, ma dev'essere chiaro che nemmeno un posto di lavoro deve essere perso e vanno mantenuti i servizi offerti, dall'edilizia scolastica alla tutela dell'ambiente». Dettori ha quindi ricordato il prossimo, fondamentale appuntamento delle elezioni europee di maggio: «Andiamo a votare chi porta seriamente le nostre proposte a Bruxelles – ha spiegato – e non chi punta agli interessi personali».
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19/11/2025
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