Prevista l´entrata in funzione tra marzo e aprile, dei primi due impianti di chimica verde a Porto Torres, specializzati nella produzione di buste di plastica e olii lubrificanti. La Filctem denuncia la mancanza di programmazione
PORTO TORRES - La città che ha fatto da apripista alla linea verde in Italia è stata Porto Torres, con il protocollo d’ intesa del 25 maggio 2011, dove Matrica, la partnership nata tra Novamont ed Eni-Versalis, sta riconvertendo il vecchio petrolchimico non più competitivo, in una bioraffineria integrata di terza generazione che, partendo dall’utilizzo di materie prime agricole (come il cardo, pianta autoctona proveniente da terreni marginali e incolti) e di scarti vegetali, produrrà una vasta gamma di prodotti chimici (biochemicals, biointermedi, basi per biolubrificanti e bioadditivi per gomme). L’investimento complessivo è di 500 milioni, destinati alla costruzione di otto nuovi impianti in quattro anni. I lavori di costruzione dei primi due, specializzati nella produzione di buste di plastica e olii lubrificanti, sono in dirittura d’arrivo, tanto che la loro entrata in funzione è prevista tra marzo e aprile.
«Quello che manca è tutto il resto – rileva Massimiliano Muretti, segretario generale della Filctem Sassari –: dall’autorizzazione dell’impatto ambientale per la nuova centrale elettrica a biomasse, alle bonifiche dei terreni per gli altri impianti; dalla definizione di un piano di reindustrializzazione delle aree interessate, alla disponibilità di terreni e infrastrutture per consentire l’insediamento di nuove attività produttive. Tutte opere, queste, che sono di pertinenza di governo e Regione Sardegna». In effetti le istituzioni centrali e locali, denuncia il sindacato, sinora non hanno fatto nulla. «Pensiamo solo alla gestione dell’occupazione – precisa Muretti –, soprattutto a quella dei lavoratori degli appalti, che implica il passaggio di persone da un’azienda all’altra, a volte il trasferimento da un territorio all’altro, con destinazione magari Ravenna o Mantova. Per non parlare della riorganizzazione dei vecchi impianti, alcuni già fermi, altri ancora attivi e in attesa di sostituzione. Stando ai patti sottoscritti, le iniziative imprenditoriali legate alla chimica verde, a monte e a valle dei nuovi impianti, per favorire l’arrivo e l’entrata in produzione di nuove aziende, dovrebbero dipendere dal governo, ma per ora il piano procede unicamente grazie alle capacità dei lavoratori».
Si attende che il governo proceda nell’attuazione di una politica che favorisca la riconversione dei principali poli industriali all’insegna della sostenibilità ambientale. Dopo un decennio (2000–2010) di buio, caratterizzato da radicali dismissioni di attività nella chimica di base e nella petrolchimica, dove le tre principali filiere produttive (polietilene, propilene e pvc) hanno subito drastici ridimensionamenti, se non addirittura la pressoché totale scomparsa (ciclo del cloro), e segnato sul piano occupazionale da esuberi, mobilità e casse integrazioni senza soluzione di continuità, sembrerebbe sia arrivata una luce nuova, con la chimica verde, che muove molte imprese private, tornate ad investire e a credere nelle potenzialità del settore.
«Il cambiamento che sta subendo il settore industriale è vitale per l’economia non solo locale ma mondiale, una evoluzione che ci consegnerà un mondo industriale diverso da quello attuale ma che oggi si trova in una fase di transizione assai lunga, paragonabile a quella che sancì il passaggio dalla chimica del carbone a quella del petrolio. La green economy può rappresentare un’occasione straordinaria di sviluppo del nostro paese, anche se ciò non significa che essa potrà sostituire completamente le tradizionali produzioni chimiche di base che restano fondamentali» - dichiara il segretario nazionale Filctem Marco Falcinelli. Per il sindacato, la parola-chiave resta “programmazione” per questo è necessario, per la Filctem, che l’Eni presenti presto un piano industriale che tenga insieme il vecchio e il nuovo, petrolchimica e chimica verde, in un’ottica di ottimizzazione ed economicità degli impianti. In tale contesto un ruolo decisivo lo giocano governo e istituzioni.
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