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A.B. 10 febbraio 2014
Confcommercio ai candidati: «Senza l’impresa non c’è Sardegna»
Nel corso di un’assemblea tenutasi ad Oristano, la Confcommercio Sardegna ha chiesto ai candidati alla carica di presidente regionale di «liberare risorse e meno burocrazia» e «più attenzione verso le imprese»


ORISTANO - Parternariato con la Regione che con le sue scelte deve liberare risorse e procedere alla semplificazione amministrativa, politiche per il turismo ed una nuova visione del commercio come infrastruttura del territorio. Sono le principali richieste che “Confcommercio Sardegna”, associazione che rappresenta il 38percento del Prodotto Interno Lordo Regionale, 70mila imprese e 160mila addetti, ha rivolto ai candidati alla carica di governatore della Sardegna presenti all'assemblea regionale di Oristano “Senza l'impresa non c'è Sardegna”.

«La crisi – ha affermato il presidente della Confcommercio Sardegna Agostino Cicalò - ha colpito pesantemente i nostri settori con il calo del prodotto interno lordo regionale del 2,8percento e la conseguente contrazione dei consumi con una media di meno 2,9percento annuo. Riduzioni confermate dagli ultimi dati “Unioncamere” del 31 dicembre 2013 che riportano un saldo negativo in Sardegna con meno 1.428 imprese nei soli settori del Commercio, Alloggio e Ristorazione. I nostri settori, tipicamente ad alta intensità di lavoro, si sono trovati nell'ultimo biennio a sopportare un calo degli occupati del 5,8percento con importanti ricorsi alla cassa integrazione straordinaria. Eppure rimaniamo la parte meno assistita dell'imprenditoria isolana». Confcommercio chiede alla Regione di essere un interlocutore determinante per il sistema delle imprese sarde, soprattutto per le sue competenze in materia di regole per lo svolgimento dell'attività d'impresa. Deve essere avviato un sistema articolato di tavoli di confronto su temi strategici, percorso che aveva preso slancio con il Tavolo di Vallermosa e che si è presto arenato. Occorre liberare risorse, razionalizzando la spesa regionale, agendo soprattutto sui costi della burocrazia, incidere sul Patto di Stabilità aumentando la massa di liquidità da immettere nel sistema Sardegna e risolvere una volta per tutte a favore della nostra isola la vertenza entrate.

«A titolo esemplificativo, nell'ultima legge di bilancio - spiega Cicalò - abbiamo riscontrato che le risorse destinate ai settori produttivi sono 73.391mila per industria, artigianato e commercio e 18.960mila per il turismo sostenibile. A fronte di queste cifre irrisorie, ci sono quasi 4,5miliardi e mezzo di residui, segno di un spesa bloccata non solo dal patto di stabilità, ma da meccanismi inefficienti ed arcaici che impediscono l'immissione nel sistema economico sardo di importanti risorse. Chiediamo che i costi per accedere alle risorse pubbliche non siano maggiori dei benefici, la piena operatività degli Sportelli Unici per le Attività Produttive e la loro integrazione con l'esperienza nascente delle “Agenzie per le Imprese”». E' il turismo, secondo Confcommercio, una delle chiavi per risollevare l'economia della Sardegna, ma mancano una governance regionale centrale forte e meccanismi strutturati di coordinamento tra Regione e Associazioni di categoria. «La proposta - aggiunge Cicalò - è quella di un turismo gestito dalla Presidenza della Giunta che coordina gli assessorati nella realizzazione delle politiche, mentre l'assessorato deve gestire le politiche di comunicazione e promozione. E' necessario un piano che abbia una prospettiva di 3-5 anni per incidere sulle strategie turistiche e, soprattutto, una legge quadro sul turismo che dia un orientamento generale e regoli l'organizzazione del turismo ed i territori».

Confcommercio chiede anche credito per le imprese dal momento che «non è esistita, in questi anni, una politica cosiddetta del credito capace di bilanciare gli effetti negativi della crisi e spesso la creazione di strumenti di garanzia è arrivata in ritardo rispetto al momento del reale fabbisogno. Le nostre proposte sul tema sono no al fondo perduto, i fondi solo per l'abbattimento degli interessi, la costituzione di Fondi Rotativi per i Settori come il Turismo e Commercio e il rafforzamento dei Consorzi Fidi». I quattro Confidi in Sardegna del Settore Commercio interessano 7mila imprese associate, hanno elargito 166milioni di euro di garanzie e 366milioni di finanziamenti bancari garantiti. Questi numeri dicono che il sistema confidi Confcommercio in Sardegna ha il primato su tutti.
Commenti
25/9/2025
E´ l´amarissima constatazione dell´ex primo cittadino di Alghero, Mario Conoci, a pochi giorni dalle "elezioni" per il consiglio metropolitano di Sassari: cittadini tagliati fuori, una vergogna



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