CAGLIARI - «La discussione sulla legge elettorale è in corso da tempo. Ad oggi si sa che ormai non si dovrà più votare con il “porcellum”, nella sua versione originaria. Si capisce che le questioni aperte rimangono le stesse di sempre, ovvero come assicurare partecipazione e protagonismo dei cittadini e al contempo la governabilità».

Questo il primo commento del senatore di Sel Luciano Uras, che ha proseguito: «La proposta del segretario del Pd ha due elementi significativi in questo senso, uno pessimo, ovvero il tetto del 35percento per l’ottenimento del premio di maggioranza a favore dello schieramento vincente, perché in tempi di astensionismo generale si afferma il principio, in contrasto con la Costituzione, del governo delle minoranze. Oggi con una astensione del 30percento e il tripolarismo politico, rischia di governare chi raggiunge il consenso del 25percento degli elettori, anche contro la volontà del 75percento della popolazione».

«L’altro elemento, quello della soglia dei partiti coalizzati, richiama invece i concetti di pluralismo e rappresentanza politica. Va detto che sotto il 5percento si incomincia a perdere il requisito della rappresentanza, imporre una soglia stimola le buone idee di uguale segno a stare insieme, anche dialetticamente, senza disperdere i consensi. Ad avere il coraggio delle sfide fondate su convinzioni e coerenze vere. E infine - conclude Uras - cancella forme politiche nostalgiche, ormai elettoralmente superate, come più turni elettorali hanno già dimostrato».

Nella foto: Il senatore di Sel Luciano Uras