M. P.
2 gennaio 2014
I giovani delle federazione del Partito Democratico, Luiu di Porto Torres e Canu di Sassari sostengono che qualsiasi candidato non debba essere sfiorato dal sospetto di possibili compromissioni
PORTO TORRES - Non è un caso che l’accesso alle cariche pubbliche sia ancor’oggi indicato con la parola «candidatura». L’origine etimologica di questo termine deriva dalla veste candida, simbolo esteriore e interiore di specchiate qualità morali, con la quale i cittadini romani si presentavano al popolo per avere accesso alla gestione della cosa pubblica. «Oggi, di questa
veste candida cos’è rimasto? – si chiede Mirko Luiu Pd Porto Torres e Samuele Canu Pd Sassari . Dobbiamo fare chiarezza, innanzitutto, sull’offerta politica che vogliamo dare, agli elettori, per distinguerci dai nostri eventuali avversari politici. Il tema della
questione morale è dominante oggi più che mai, soprattutto in questa campagna elettorale. Non possono esserci contemporaneamente candidati con procedimenti penali in corso e programmi politici che, realizzati da quest’ultimi, utilizzano in maniera impropria parole come: trasparenza, legalità e onestà. La sfiducia è ovunque tangibile e gli elettori stavolta non perdoneranno la nostra imprudenza. Il cambiamento deve essere, questa volta, radicale».
I sardi stanno facendo grandi sacrifici in questo momento: pagano le tasse, subiscono sciagure e tengono stretti i denti per arrivare alla fine del mese. «Sentir parlare di politici che indebitamente e illegalmente sottraggono denari pubblici, come il caso dei rimborsi spesa, - dichiarano i due rappresentanti della federazione Pd di Sassari - è una vergogna che tutti noi dobbiamo condannare con forza e tenacia, da ora fino alle, vicine, elezioni regionali». Tutto ciò viene reclamato da due giovani militanti che credono che la politica si fondi su un reciproco rapporto di fiducia, e rappresenti la realizzazione etica ed esistenziale di ciascun cittadino. Due ragazzi che sostengono che chiunque vada a candidarsi non debba neanche essere sfiorato dal sospetto di possibili compromissioni.
Fermamente convinti che la soglia critica di tutti i sardi debba essere sempre più elevata in questioni di tal genere, con la consapevolezza che il momento della critica debba essere affiancato da quello della proposta. «Per uscire da una situazione tanto estenuante è necessario un passo indietro di tutti i candidati governatori, consiglieri regionali e amministratori pubblici che sono coinvolti in procedimenti penali. Poco importa l’estrazione o la collocazione politica, quando si parla di
questione morale tutti devono sentirsi chiamati in causa, per il bene della collettività e del buon senso – affermano Luiu e Canu».
Pertanto i giovani del Pd ritengono che il cosi detto
passo indietro fatto, giorni fa, da Francesca Barracciu non è un atto di generosità ma un atto dovuto, in conformità ai valori e le regole che compongono l’identità statutaria e politica del Pd. «Ci aspettiamo che altri esponenti politici, con gli stessi iter giudiziari, facciano lo stesso. Fare un passo indietro, oggi, vuol dire farne dieci in avanti domani – concludono i due rappresentanti Pd. Crediamo che il senso di responsabilità contraddistingua la saggezza e l’umiltà, mancare questo impegno vuol dire perdere la nostra identità di sardi e di gente per bene. Il popolo sardo e la Sardegna meritano molto di più».
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