CAGLIARI - E' un vero e proprio scontro pre-elettorale quello che si consuma tra Gianfranco Ganau e Pietro Pittalis al termine della seduta congiunta tra Consiglio regionale e Consiglio delle Autonomie Locali. Con tanto di accuse al vetriolo da ambo gli schieramenti: «Le sue accuse circa un presunto centralismo regionale sono respinte al mittente: come è noto, infatti, la Regione Sardegna assicura più risorse ai Comuni di quanto non facciano le altre Regioni italiane. Forse Ganau si riferisce all’era Soru, quando i Comuni e i sindaci erano totalmente snobbati ed ignorati» attacca Pittalis.

«Di eccessivo centralismo regionale non ne parla il Presidente del Cal. Il Presidente del Cal riporta e rappresenta il malessere e le lamentele di tantissimi amministratori, anche di centro destra ed anche di PDL o Forza Italia, se preferisce» risponde piccato Ganau, che continua: «Il mio compito era dar voce a questo malcontento che, si badi bene, se Pittalis si fosse preoccupato anche dei problemi di chi amministra conoscerebbe già da tempo. E invece il capogruppo di Forza Italia preferisce rimanere barricato nel suo consiglio, pronto solo a fare il difensore della sua Giunta».

«Quelle di Ganau - prosegue Pittalis - sembrano le parole di un candidato alle “Secondarie” del centro-sinistra, di un aspirante sostituto dell’on. Barracciu in cerca di visibilità. Se così fosse sarebbe meglio che per la propaganda usasse le sezioni di partito, perfino il citofono di casa, ma non coinvolga le istituzioni. In ogni caso, se proprio intende intercettare la benevolenza del suo segretario Renzi, dovrebbe ricordare che, a differenza del Pd sardo, il sindaco di Firenze è favorevole all’abolizione delle province».

Conclude Ganau: «Si informi bene Pittalis, nessuno è in cerca di benevolenze o di secondarie, esiste semplicemente un mondo che Lei mostra di non conoscere: quello degli amministratori, quello formato da persone che non si preoccupano di dare un contentino ai propri alleati di coalizione ma che si pongono il problema di cosa accadrà alle funzioni svolte dalle Province dopo il pasticcio combinato dalla sua maggioranza». «Quello che pensiamo lo andiamo dicendo da tempo, e lo avremmo detto anche ad una commissione regionale e alla Giunta - conclude - se solo ci avessero chiamati per confrontarsi con gli enti locali».