Unica regione virtuosa la Sardegna, dove, vera mosca bianca, è stato deciso il completo rispetto della legge nazionale (157/1992), dunque si sparerà da domenica 18 settembre
ALGHERO - Si ripete come ogni anno lo scandalo delle preaperture: in 17 regioni 18 giorni - esclusi quelli di silenzio venatorio - in più (per legge la stagione venatoria si apre la terza domenica di settembre), che rappresentano un danno incalcolabile per la fauna selvatica: molte specie hanno ancora i piccoli in fase di dipendenza dai genitori, altre come quaglie e tortore si accingono a ripartire per l’Africa, inoltre l’inserimento di alcune specie (tortora, colombaccio) avviene senza alcuna conoscenza specifica dello status delle popolazioni. In molte regioni le preaperture sono state decise in palese contrasto con i pareri dell’INFS (Istituto Nazionale Fauna Selvatica e massima autorità in materia di caccia) come Basilicata (preapertura a tutte le specie cacciabili), Marche (si spara a 19 specie, 4 in deroga cioé protette) e Calabria, dove il parere INFS non è stato nemmeno richiesto e il WWF ha fatto ricorso al TAR: a queste tre regioni il WWF assegna la “maglia nera”, al pari della Provincia di Bolzano che ha autorizzato la caccia in deroga e fuori periodo a marmotte, tassi, stambecchi e aironi cenerini immaturi. Unica regione virtuosa la Sardegna, dove, vera mosca bianca, è stato deciso il completo rispetto della legge nazionale (157/1992), dunque si sparerà da domenica 18 settembre.
«Nemmeno i rischi sanitari fermano i cacciatori italiani – accusa il Presidente del WWF, Fulco Pratesi - sappiamo bene come anche specie selvatiche, migratori provenienti dall’est europeo quali le anatre siano possibili vettori del virus dell’influenza aviaria, in quanto nei paesi dell’estremo oriente entrano in contatto con specie d’allevamento all’aria aperta. Eppure con assoluta mancanza di coscienza e senso di responsabilità, la Toscana autorizza la preapertura ad anatidi quali alzavola, germano reale e marzaiola, mentre nelle Marche si può sparare dal 1 settembre a mestolone e marzaiola. Almeno quest’anno, in attesa che si conoscano meglio i rischi di una seria pandemia, mettiamo avanti a tutto le ragioni della salute pubblica. Evitiamo di aprire la caccia a quelle specie migratrici che possono essere causa di seri rischi sanitari, se non vogliamo mettere in discussione le ricerche e gli allarmi lanciati a livello internazionale come in Italia, dove le ricerche condotte da 12 anni nelle Oasi WWF da esperti virologi dell’Università di Bologna hanno evidenziato come la febbre si diffonda sulle ali delle anatre». Le preaperture sono inoltre un vero favore al bracconaggio: specie protette quali rapaci e cicogne, che in questo periodo riprendono il viaggio verso l’Africa, possono essere prese di mira dai bracconieri senza dare nell’occhio.
Commenti