Voci insistenti di voto di scambio attraverso le nomine degli scrutatori è l´accusa del coordinatore locale dell´Api, Tore Piana, che chiede una comunicazione urgente al Commissario per il ricorso al sorteggio pubblico
ALGHERO - La nomina a "chiamata diretta" degli scrutatori ad Alghero rischia di diventare un caso, «con risvolti anche penali se sarà necessario» minaccia il coordinatore provinciale dell'Api, Tore Piana. Dal sorteggio al computer degli anni scorsi si è passati al nuovo criterio: è la Commissione Elettorale (nominata dal Consiglio) che deve votare all'unanimità un insieme di persone fra gli iscritti all'Albo unico degli scrutatori.
La norma indica le modalità: qualora dopo le prime due votazioni non si raggiunga l'unanimità, ogni membro della commissione può proporre 2 nomi che si votano a maggioranza. In caso di parità dei voti, è proclamato eletto il più anziano di età. La riforma segna un ritorno al sistema in vigore dal 1948 al 1992, che prevedeva una ripartizione dei 5 scrutatori proporzionale ai voti dei partiti nella precedente elezione. Ora il metodo utilizzato per la designazione degli stessi in molti comuni è quello del sorteggio pubblico, così da evitare la situazione che si sta creando in città «con le voci ufficiose di cittadini sul clientelismo e scambio di voto da parte di alcuni candidati e di alcuni esponenti dei partiti algheresi» è l'accusa di Piana.
Per questo il coordinamento locale di Alleanza Per L’Italia ha inoltrato lunedì «una comunicazione urgentissima» al Commissario prefettizio, Michele Casula, per segnalare il problema e proporre per la prossima consultazione elettorale del 10 e 11 giugno che «la nomina avvenga in modo chiaro, trasparente e accessibile a tutti», con il sorteggio pubblico. «Secondo Api - conclude il coordinatore - in una situazione di grave crisi economica e occupazionale che sta attraversando il territorio algherese anche l’introito di alcune centinaia di euro da parte di chi è chiamato ad eseguire il compito di scrutatore rappresenta un entrata essenziale».
Foto d'archivio
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