Dall’incontro è scaturito che quello è l´unico porto in funzione tra Capo Frasca e Carloforte, che però non può essere utilizzato perché la sabbia ne blocca l´ingresso e la forza del mare sbriciola lentamente il molo di protezione
CAGLIARI – La situazione in cui versa il porto di Buggerru è stata illustrata, ieri mattina (24 febbraio), dal sindaco del comune minerario, accompagnato da una delegazione di consiglieri comunali e di pescatori, ai componenti la commissione Agricoltura ed Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Alberto Sanna.
Dall’incontro è scaturito che quello è l´unico porto in funzione tra Capo Frasca e Carloforte, che però non può essere utilizzato perché la sabbia ne blocca l´ingresso e la forza del mare sbriciola lentamente il molo di protezione. Uno scalo in posizione strategica nella costa occidentale dell´Isola, base d´appoggio, possibile, di una nutrita flottiglia di pescherecci ed approdo per i naviganti di quella parte del Mediterraneo tra la Sardegna e la Spagna, un futuro che diventa difficile.
Nel corso dell´audizione davanti alla Quinta, Giovanni Degortes, il sindaco di Buggerru, ha illustrato una situazione che ha del paradossale: i soldi per gli interventi immeditati ci sono, ma progetti ed appalti non possono essere realizzati perché le sabbie estratte dal fondo del mare, considerate rifiuti speciali, non si sa dove possono essere smaltite. Non possono essere ributtate in mare perché altrimenti sarebbero "una grave forma di inquinamento", non possono essere portate nelle discariche perché, essendo rifiuti speciali, hanno bisogno di trattamenti particolari. Ed allora? Allora il porto resta inagibile ed i pescatori vanno ad ancorarsi a Carloforte o a Sant´Antioco.
Tra l´altro, il problema dell´insabbiamento, come per molti altri scali della costa occidentale e sud occidentale, è di difficile soluzione, perché il gioco delle maree "porta proprio a terra" ed i fondali sabbiosi di quella costa sono "in perenne movimento". Costruirne uno nuovo non si può, hanno concordato amministratori comunali, pescatori e consiglieri regionali, però un correttivo potrebbe essere trovato, rinforzando magari il molo esistente e costruendone un altro, questa volta nella direzione giusta, in modo da bloccare l´apporto di sabbia dovuto al moto dal mare. Una piccola draga, disponibile nella scalo, potrebbe servire per rimuovere la troppa sabbia, spostandola magari in qualche altra parte della costa dove ce n´è maggior bisogno.
Si attende quindi che la Regione prenda gli opportuni provvedimenti, magari concedendo qualche deroga, o decida che la competenza delle opere lungo le coste è regionale e non statale, come avviene attualmente.
La Commissione, dopo la lunga ed attenta audizione, ha comunque deciso di approfondire questi problemi, recandosi magari a Buggerru, anche per rendersi conto de visu della realtà di quella zona.
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