Porcu ricorda come, tra il 1999 ed il 2004, siano passate «da 35 a 54 le società sarde che, partecipando a importanti campionati nazionali, hanno beneficiato della sponsorizzazione della Regione attraverso l´art. 31 della legge per lo sviluppo dello Sport»
CAGLIARI - «Una legge importante come la LR 17/99 non ha aiutato lo sviluppo del movimento sportivo in Sardigna»: lo scrive in una nota Chicco Porcu, consigliere regionale e vicepresidente del Gruppo di Progetto Sardegna: «E la responsabilità non è solo del precedente governo di centrodestra, ma anche di una dirigenza sportiva tesa, in alcuni casi, alla difesa dello status-quo piuttosto che all´analisi critica, alla sfida della progettualità e al traguardo di una effettiva crescita qualitativa e quantitativa della pratica sportiva in Sardigna».
Porcu ricorda come, tra il 1999 ed il 2004, siano passate «da 35 a 54 le società sarde che, partecipando a importanti campionati nazionali, hanno beneficiato della sponsorizzazione della Regione attraverso l´art. 31 della legge per lo sviluppo dello Sport». Ma «questo più alto livello di competizione delle squadre sarde, ottenuto - nella stragrande maggioranza dei casi - attraverso l´importazione di atleti da altre regioni d´Europa e del Mondo», non «ha accresciuto, ma anzi ha compromesso, le possibilità di affermazione agonistica dei talenti sportivi sardi».
«Le norme sugli aiuti di stato dell´Unione Europea ci vietano di promuovere prodotti esistenti -continua il consigliere di Progetto Sardegna - E così sulle maglie delle nostre squadre troviamo "Terra Sarda" un marchio che non troverete mai sullo scaffale di un negozio». Il risultato è paradossale: «non beneficiamo di ricadute commerciali di alcun genere; il 30% delle somme erogate non vanno alle Società, ma al fisco per oneri iva e fiscali impropri (3 milioni di euro solo nel 2004); scacciamo risorse private che potrebbero essere attratte dalla sponsorizzazione delle squadre più rappresentative». Insomma, «il 50% delle risorse per lo Sport vengono distribuite in questo modo", mentre "agli aspetti più innovativi della legge, ai progetti per la promozione di vivai, la diffusione dello sport nelle scuole, il sostegno allo sport per disabili e alla ricerca", cioè quegli aspetti in grado di incidere nel lungo termine sulla crescita sociale e culturale del movimento, viene destinato, sul totale 2004, un misero 8% delle risorse».
«Ci si stupisce che, con queste premesse, nella finanziaria 2005 i fondi per la legge sullo Sport siano stati tagliati?», si domanda l´esponente di PS e conclude: «Se ci si propone di tornare allo spirito originario della legge sarà più facile motivare la richiesta alla Giunta ed al Consiglio regionale di risorse adeguate per lo sviluppo dello Sport in Sardegna. In caso contrario avremo dimostrato che non basta un buon impianto legislativo per fare una buona politica di settore».
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