Cagliari Oggi
Notizie    Video   
NOTIZIE
Cagliari Oggi su YouTube Cagliari Oggi su Facebook Cagliari Oggi su Twitter
Cagliari OgginotiziesardegnaAmbienteParchi › Parco di Molentargius-Saline: pronti, partenza ... flop
Red 27 gennaio 2005
Parco di Molentargius-Saline: pronti, partenza ..
flop
Ad intervenire in merito al Parco Naturale Regionale di Molentargius-Saline è Massimo Manca, portavoce dell’Associazione Argonauta. «In una battuta: Se non fosse una tragedia ci sarebbe da ridere»


CAGLIARI - Ad intervenire in merito al Parco Naturale Regionale di Molentargius-Saline è Massimo Manca, portavoce dell’Associazione Argonauta. «In una battuta: Se non fosse una tragedia ci sarebbe da ridere» sostiene Manca.
«All´indomani degli annunci trionfalistici dei nostri amministratori pubblici – continua il portavoce di Associazione Argonauta - (gli stessi che dall´istituzione dell´area protetta, per 6 anni, se ne sono bellamente fregati di dare vita al consorzio di gestione), pronti a giurare che tutto è pronto per il decollo del parco, al di là delle passerelle ad uso e consumo dei media e delle buone intenzioni, noi abbiamo voluto verificare di persona lo stato di salute di questo compendio naturalistico. Che tutti ci invidiamo e che però in pochi conoscono. Le sorprese non sono mancate, come documentiamo con le riprese fotografiche effettuate quest´oggi».
Manca pone due interrogativi.
Il primo: si tratta di un Parco o di una riserva indiana?
«C´è da rimanere allibiti della superficialità e del rispetto del paesaggio – afferma Massimo Manca -che i nostrani "costruttori" di parchi hanno saputo dimostrare per questo iper vincolato e tutelato (sulla carta) bene ambientale. Sì, perchè da una parte, come ad esempio sulle torri eoliche, si fanno sacrosante battaglie in difesa del paesaggio, salvo poi stendere decine di chilometri di orrende reti metalliche zincate (e relativi paletti e cancelli), che neppure le galline di un pollaio accetterebbero, tanto sono brutte e oscene. Oggi, nel Molentargius, va in onda la versione sardesca delle aree protette, dove lo sguardo, ma anche le proprie gambe, non possono andare oltre qualche metro e non possono avvicinarsi agli stagni, proprio perchè qualche ignoto burocrate ha disposto che venisse recintato il paesaggio. E così –continua Manca - mentre coloro che i parchi li sanno fare, ma soprattutto funzionare, mettono in atto addirittura dei sottopassaggi stradali ad uso e consumo della fauna (per protteggere quest´ultimo da pericolosi attraversamenti), noi facciamo di molto peggio, chiudiamo la fauna e l´intero parco all´interno di un recinto da pollaio.
Eppure si tratta di un compendio iper tutelato e vincolato, in cui vige un Piano Territoriale Paesistico, dove un comune mortale, se volesse recintare il proprio terreno, non potrebbe farlo se non con l´uso di materiali compatibili (legno e pietra) pena l´intervento della Forestale e della Soprintendenza, con salate sanzioni e ordinanze di demolizione. Una domanda è d´obbligo: chi ha autorizzato questo scempio paesaggistico e ambientale, quanti soldi sono stati spesi per questa vergogna ? Abbiamo fatto un rapido calcolo, sicuramente in difetto: detto che, circa ogni 2 metri, è stato installato sul suolo un paletto di ferro (per sostenere il percorso delle reti metalliche, di 2 mt di altezza) e che i Km di rete metallica non sono meno di 5 (per non parlare delle decine di cancelli), ebbene, per realizzare l´intera opera sono stati versati nel suolo del parco (per sostenere i paletti di ferro) non meno di 4 tonnellate di cemento. Non c´era mai capitato di vedere un obrobrio simile, anche perchè siamo abituati ai parchi d´oltre Tirreno, quelli dove è liberamente consentito circolare e poter far spaziare la vista, senza recinzioni di sorta. Vogliamo solo sperare che chi ha realizzato questo sconcio non ci venga a raccontare che l´intervento si è reso necessario per combattere il proliferare delle discariche e per frenare gli usi e gli abusi che nottetempo hanno luogo in questa area umida. Se questa dovesse essere la giustificazione, allora ci sarebbe veramente da ridere, visto che l´area protetta, quella che si vorrebbe far decollare tra brevissimo, è militarmente occupata di rifiuti, in ogni dove. Insomma, ancora una volta la medicina è peggiore della malattia che si vorrebbe curare e non c´è proprio verso di fare capire ai nostri amministratori che l´unica soluzione non è quella di recintare l´ambiente, ma semmai quella di assicurare, 24 ore al giorno, la necessaria vigilanza. E in tal senso, però, sappiamo che da queste parti - a differenza di quello che accade oltre Tirreno - è più facile far passare un cammello in una cruna d´ago, piuttosto che comandare in servizio stabile un numero sufficiente di guardie forestali nel Molentargius, di cui infatti non abbiamo trovato traccia».
Il secondo: si tratta di un Parco o di una cloaca ?
«I nostri amministratori pubblici – continua Manca - proprio l´altro giorno, ci hanno raccontato la favola che vorrebbe tutto pronto per il taglio del nastro. Secondo loro i lavori di recupero e risanamento sarebbero alle ultime rifiniture, quelle di dettaglio. Domanda: ma da quanto tempo non mettono piede nell´area protetta ? Noi l´abbiamo fatto e possiamo quindi documentare il degrado che regna nel Parco (soprattutto nella parte quartese). Qualunque comune mortale, che abbia nella sua vita visitato un Parco - di quelli veri, come si deve - si troverebbe sicuramente in difficoltà nel dover ammettere che l´area umida di Molentargius gode dello status di Parco Naturale Regionale. Naturale ? No no, qui la naturalità si sposa bellamente con l´anarchia – conclude il portavoce di Associazione Argonauta - con l´abuso, con i rifiuti, con il degrado… e qualche panchina (poche), cestino, bacheca e torre d´avvistamento (di cartelli che informino di essere in un´area protetta neppure l´ombra). Se questo è un parco, allora noi siamo dei marziani. O forse, per meglio dire, lo sono coloro che ci hanno messo così maldestramente mano?»
Commenti



Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2025 Mediatica SRL - Alghero (SS)