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Red 20 gennaio 2005
Regione, 11 milioni di euro per i "progetti obiettivo" 2004
I progetti finanziati, molti presentati anche in forma associata, quindi con la partecipazione di più comuni allo stesso progetto, sono 255 e sono stati approvati per la loro particolari caratteristiche e per la validità delle iniziative proposte, anche sotto l´aspetto socio-assistenziale


CAGLIARI - I programmi 15, 21 e 22, con i quali la Giunta regionale ha "ripartito" i finanziamenti necessari per realizzare i progetti obiettivo presentati dai comuni della Sardegna nel 2004, sono stati approvati, con alcune osservazioni, dalla Settima commissione permanente del Consiglio regionale, Sanità, presieduta da Pierangelo Masia.
I programmi, che sono stati esaminati ed approfonditi anche con l´assessore competente, Nerina Dirindin, prevedono finanziamenti, per quasi undici milioni di euro, destinati a garantire il funzionamento di asili nido, di comunità alloggio, di case protette per anziani e per soggetti non autosufficienti. In alcuni casi, i progetti obiettivo finanziati permetteranno anche l´affidamento familiare di minori, interventi di sostegno socio-educativo per minori in "famiglie problematiche", la permanenza di minori, in case famiglia o in comunità alloggio, "inseriti nelle strutture sociali per effetto di disposizioni dell´autorità giudiziaria nell´attesa di soluzioni alternative".
I progetti finanziati, molti presentati anche in forma associata, quindi con la partecipazione di più comuni allo stesso progetto, sono 255 e sono stati approvati per la loro particolari caratteristiche e per la validità delle iniziative proposte, anche sotto l´aspetto socio-assistenziale.
In particolare, con la delibera del 7 dicembre scorso, il Programma 15, gli asili nido sono stati finanziati al 75 per cento della spesa ritenuta ammissibile; alle comunità alloggio ed alle case protette per anziani e per soggetti non autosufficienti è stato, invece, concesso un finanziamento pari al 65 per cento delle spese ammesse; per i progetti presentati in associazione, la Giunta ha deciso un contributo pari all´85 per cento, della spesa sostenibile, mentre ai progetti presentati dai singoli comuni è stato riconosciuto un contributo pari al 75 per cento.
Con questo programma sono stati finanziati 215 progetti obiettivo, 49 dei quali erano stati finanziati anche negli anni precedenti, con un a spesa di 9 milioni 346 mila euro. Ma dalla ripartizione delle risorse disponibili erano stati "esclusi" molti comuni, ha spiegato l´assessore Dirindin nel corso della lunga "audizione" in Settima commissione, alcuni per "non aver presentato progetti", altri per non aver rispettato i criteri, i tempi, le indicazioni previsti dalle leggi vigenti.
Le richieste degli enti locali, per fare fronte ai servizi forniti ai cittadini, specie "ai più deboli", però, erano estremamente numerose, 628 progetti complessivi, ed urgenti, perché sono particolarmente numerose le situazioni di disagio, decisamente difficili le situazioni nelle quali si trovano molti minori, moltissimi anziani, anche non autosufficienti, gli emarginati, i "più deboli" che vivono spesso in condizioni di estremo bisogno.
I comuni non possono fare fronte a tutte queste "necessità", ha ricordato Paola Lanzi durante i lavori della Commissione, ed è necessario che la Regione si faccia carico di situazioni che sono più diffuse di quanto non si creda.
La Settima ha, comunque, dato il proprio parere favorevole anche sul programma 22, la delibera 54 dello scorso 30 di dicembre, con il quale vengono "recuperati" i progetti presentati da 40 comuni, esclusi dalla prima ripartizione perché approvati o trasmessi in ritardo. In questo secondo programma le percentuali di intervento calano leggermente, del 5 per cento, per soddisfare un maggior numero di richieste. La spesa complessiva è di quasi 2 milioni di euro, recuperati dai fondi assegnati alla Regione dal ministero del Lavoro quale quota del fondo regionale delle politiche sociali.
Per il prossimo anno, comunque, si corre il rischio che i ritardi e le lungaggini burocratiche facciano saltare "i nuovi finanziamenti" e la Commissione ha, quindi, sollecitato norme chiare, obiettive e generali; ma anche una certa "comprensione" ed elasticità per i termini di "chiusura" dei relativi bandi.
Gli enti locali, spesso, ricevono i finanziamenti in ritardo, fanno partire i loro progetti in ritardo, non riescono a chiuderli nei tempi previsti o, quelli più solerti, li fanno partire anche prima di ricevere i previsti, e promessi, contributi regionali.
Sino a quando il sistema non sarà a regime, con procedure più celeri e snelle, si dovrà tener conto dei tempi lunghi, delle procedure farraginose seguite dagli enti locali. "In questo caso una maggiore elasticità non guasta".

Nella foto: Nerina Dirindin
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