Così Alghero Viva fotografa l´attuale "anarchia" vigente nel porto, per cui auspica oltre all´approvazione di un Piano regolatore, una società pubblico-privata per la sua gestione
ALGHERO - «In assenza del piano regolatore del porto, importante strumento di pianificazione e di gestione, alcuni privati e diverse associazioni controllano l’intero specchio acqueo, hanno in concessione chilometri di banchine, gestiscono centinaia di pontili galleggianti in cui ormeggiano migliaia di imbarcazioni di ogni tipo, senza alcuna ricaduta economica, occupativa e di immagine per l’intera collettività algherese. Costoro, a fronte di ingentissime somme guadagnate, impiegano pochissimo personale in gran parte dequalificato, forniscono pochissimi servizi, sfruttano un bene che appartiene a tutta la collettività essendo realizzato interamente con finanziamenti pubblici».
Così Alghero Viva fotografa l'attuale "anarchia" vigente nel porto, per cui il movimento politico del centro-sinistra cittadino punta il dito contro la classe politica di Alghero, rea di aver scelto «consapevolmente la non approvazione del piano regolatore del porto di Alghero, ne ha favorito la parcellizzazione e la lottizzazione, con l’avallo e la complicità delle diverse amministrazioni regionali e nazionali». Come se non bastasse, proseguono dalla sede di via Ardoino, «adesso occorre inventarsi un nuovo porto a San Giovanni».
«Contrari alla nuova ipotesi - dichiarano - per ragioni ambientali, paesaggistiche ed economiche». Da una parte, «la nuova opera avrebbe innanzitutto un forte impatto nei confronti delle spiagge del golfo, già fortemente erose»; dall'altra, «studi scientifici hanno ipotizzano un legame tra la realizzazione di strutture portuali e l’incremento della deformazione della linea di costa».
Sarebbe compromesso anche il paesaggio «dato che attualmente, da San Giovanni, si può vedere l’intera rada di Alghero che va da Fertilia all’isola della Maddalenetta, da Punta Giglio a Capo Caccia». Né - secondo gli esponenti di Alghero Viva - dalla prosecuzione delle banchine si garantirebbero ricadute economiche alla città. «Non è necessario realizzare nessun nuovo porto - dicono - né a San Giovanni né altrove. Sarebbe sufficiente rivedere e ripensare le attuali funzioni del porto di Alghero, che se venisse razionalizzato e gestito in maniera professionale, non dall’attuale Consorzio ma attraverso una società di gestione pubblico-privata, potrebbe diventare un autentico sistema economico e garantire veri ed efficaci servizi al turismo nautico e al diporto».
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