Il Capogruppo in Regione dei Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori, Luciano Uras, accusa la legge regionale sul Piano Casa di essere un provvedimento "ammazza coste" a vantaggio solo di pochi albergatori
CAGLIARI - «Avevamo detto chiaramente che la Giunta col Piano casa aveva in mente una sola cosa: assicurare ai proprietari dei superhotel della costa sarda, incominciando da quella considerata più “in”, nuove cubature e nuovi più alti profitti». A dichiararlo è il Capogruppo in Regione dei Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori, Luciano Uras, che accusa la legge regionale di essere un provvedimento "ammazza coste".
«Ecco che la conferma arriva - dice Uras - con il via libera della Regione all’ampliamento degli alberghi di lusso (7 stelle, quasi un firmamento) della costa Smeralda, di fatto senza altra ricaduta sull’economia isolana se non quella di consumare a spese dei sardi un’altra porzione di ambiente naturale».
«E mentre si accontentano - prosegue l'atto di accusa dell'opposizione - le grandi imprese turistiche e i loro proprietari con nuovi profitti, di “piano casa”, quello vero, non si parla neppure. Il rifinanziamento delle leggi di incentivazione per la prima casa, gli interventi a favore delle giovani coppie, la risposta di sicurezza di un tetto ai più disagiati e agli anziani soli sono messi in soffitta, dimenticati».
Secondo Uras e compagni, il rilancio della edilizia è «quello solito, costruire nelle coste per il guadagno dei soliti noti». Nessun recupero del patrimonio pubblico, inadeguati interventi di edilizia scolastica, ferma quella ospedaliera necessaria, dimenticata l’edilizia residenziale popolare. «Noi continueremo la battaglia - conclude il consigliere regionale - e a sostenere le ragioni dei più deboli e quelle di un ambiente che appartiene a tutti noi e che dobbiamo difendere ancora, iniziando dalla fascia dei trecento metri dal mare. In Consiglio regionale e nella società».
Nella foto: Luciano Uras
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