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Red 27 marzo 2010
Elezioni: lettera aperta a Silvio Lai
Di seguito la lettera aperta firmata da Giorgio Macciotta e Guido Melis al segretario regionale Pd Silvio Lai


SASSARI - Di seguito la lettera aperta firmata da Giorgio Macciotta e Guido Melis al segretario regionale Partito democratico Silvio Lai, in merito alle delicate scadenze elettorali ormai alle porte anche in Sardegna.

Caro Silvio, abbiamo deciso di inviarti qualche nostra riflessione sullo stato del partito in Sardegna, sul progressivo complicarsi della sua gestione interna, e di esprimerti le nostre vivissime preoccupazioni. Come sai siamo stati entrambi, immediatamente dopo la tua elezione, tra coloro che, pur non avendoti votato, hanno deciso di scommettere sulla tua capacità di svolgere un ruolo di aggregazione delle culture e di rinnovamento dei gruppi dirigenti del Partito che, con un voto espresso non solo dagli iscritti, eri stato chiamato a dirigere. Abbiamo operato in questa prospettiva (che ha trovato un suo riscontro nella faticosa ricerca dell’unità interna realizzata a Sassari e provincia) ma non possiamo nasconderti che cresce in noi la preoccupazione per una gestione che, in particolare in relazione al prossimo delicato appuntamento elettorale, rischia di chiudere ad ogni apertura e di risolversi in un incomprensibile ricerca dell’equilibrio a tavolino tra “notabili” delle principali componenti costitutive del PD. Brevemente il quadro come appare a noi. Lo strumento delle primarie come elemento di apertura del partito e dei suoi gruppi dirigenti non solo non è valorizzato ma anzi viene apertamente osteggiato, anche in dispregio dello Statuto: i casi di Nuoro (elezioni provinciali) e di Portotorres (elezioni comunali) indicano i guasti che da tale scelta possono derivare. In almeno tre consultazioni provinciali le primarie potrebbero essere invece il modo per dare slancio in situazioni di oggettiva difficoltà. Pensiamo al Sulcis Iglesiente (dove occorre sostituire il Presidente uscente, disinvoltamente passato alla coalizione di centro destra); a Cagliari (le vicende extra politiche, impongono, come minimo, anche se si decide la ricandidatura del Presidente uscente, una sua legittimazione attraverso primarie); a Sassari (dove, per cancellare l’impressione che le modalità di delegittimazione del Presidente uscente siano la conclusione di una congiura di palazzo, primarie partecipate sarebbero non solo formalmente dovute ma politicamente più che opportune). Ci appare invece evidente il tentativo di risolvere questi obbiettivi problemi politici attraverso mediocri accordi tra correnti e gruppi, mirati, soltanto, a ricostituire gli equilibri di potere interni alla ristretta maggioranza del partito. Addirittura è in atto, in una bozza di regolamento che si propone di approvare a giochi già iniziati (il che è quanto meno scorretto), il tentativo di limitare l’accesso alle primarie di coalizione ad un solo candidato per volta del Partito democratico. Il rischio di una demotivazione di militanti e simpatizzanti, di una coalizione non coesa è in questo contesto assai forte. Ne cogliamo già le avvisaglie negli umori del nostro elettorato. È del tutto assente, infatti, nella gestione della maggioranza del Partito, qualsiasi attenzione alle proposte della minoranza e, soprattutto, all’esigenza di costruire una coalizione coesa, anche aprendosi a candidature, per i vertici apicali e per le assemblee, che siano espressione più compiuta di effettive competenze e di rinnovamento. Solo una simile linea, assunta con coerenza e determinazione, sviluppata alla luce del sole, potrebbe consentirci di scegliere, attraverso le primarie (statutariamente previste e elemento distintivo del nostro Partito) candidati a quel punto unanimemente condivisi e, soprattutto, percepiti dall’elettorato come estranei a mediocri lottizzazioni e riposizionamenti dei gruppi dirigenti ristretti del PD. Siamo certi, caro Silvio, che comprenderai la nostra preoccupazione, che, come capirai, è anche attenta ai riflessi nazionali del turno elettorale sardo. Se, come tutto fa prevedere e come ci auguriamo, le elezioni regionali nella penisola segneranno un ulteriore passo del declino del berlusconismo, sarebbe davvero grave che la prova d’appello a un mese di distanza, le provinciali in Sardegna, si concludesse con un segno diverso.

Giorgio Macciotta
Guido Melis
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