ALGHERO - Nei giorni passati dalle pagine di Alguer.it e dai microfoni di Tva è stata lanciata una provocazione. Si vuole sapere che cosa pensano gli algheresi sullo stato della loro lingua e su cosa si debba fare per "proteggerla".
Guardando alle esperienze delle altre minoranze linguistiche, ci si rende conto che una lingua non può essere salvata solo attraverso interventi pubblici. La lingua è come la nostra casa o il nostro giardino, se non la curiamo noi, non possiamo aspettarci che qualcuno ci mandi a sue spese un muratore o un giardiniere per cambiare le piastrelle o per estirpare le erbacce. Dobbiamo farlo noi.
Anche perché forse il muratore arriva, ma viene una volta sola e poi non lo rivediamo più per un bel po’. Siamo noi a dover aggiustare la presa che sporge dal muro, sturare il lavandino intasato, pulire le finestre e cambiare le lampadine, quella che si chiama manutenzione ordinaria.
Così per l’algherese, non possiamo accontentarci delle manifestazioni organizzate dall’alto, che sono importanti e guai se non ci fossero. Ma se non siamo noi i primi a parlarlo per strada e in famiglia e con gli amici, l’algherese diventerà (o forse è già diventato) un bellissimo servizio da tè, regalatoci magari per il matrimonio, che teniamo in casa in bella vista e che lucidiamo ogni tanto per poterlo mostrare orgogliosamente ai nostri ospiti o parenti lontani in visita (come per esempio quelli che vengono dalla Catalogna).
Poi se l’ospite o noi stessi vogliamo una tazza di tè, allora il discorso cambia e il servizio viene riposto nella credenza con un cartello “guardare ma non toccare”, perché abbiamo paura a usarlo. E ci beviamo un caffè.
Quindi, chiunque può intervenire a questa discussione e che nessuno si senta tagliato fuori per motivi culturali. Non è una discussione culturale in senso esclusivo. E’ cultura popolare, la nostra cultura, dal sindaco al disoccupato, dall’idraulico al geometra, dallo studente al pensionato. Potete scrivere in italiano, algherese, algherese sbagliato, catalano, l’importante è che il maggiore numero possibile di persone prenda parte. Per agevolare chi non è registrato al Forum, abbiamo aperto un indirizzo di posta elettronica ituquepenses@gmail.com al quale inviare gli interventi, che saranno poi pubblicati. Algheresi, dite la vostra! /
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