E´ il sogno di Fabrizio Carboni che prenderà il via nel fine settimana. Il giovane socio della Lega Navale prepara la traversata dell’Oceano: Partenza dal porto catalano, arrivo Caraibi
ALGHERO – Il mare va rispettato, ma quando lo conosci fin da piccolo, può anche diventare un’autostrada larga e priva di traffico, che ti porta fino alla realizzazione di un sogno. «E’ vero. Ho iniziato a salire in barca da piccolo, perché mio padre ne aveva una. Poi la passione è diventata un lavoro, visto che ora faccio lo skipper su un catamarano che fa le escursioni all’Asinara. Ora, sto finendo di preparare la barca per la realizzazione di un sogno».
Il sogno è quello di Fabrizio Carboni, 32enne socio della Lega Navale di Alghero, che nel fine settimana inizierà la traversata dell’Oceano Atlantico, dal porto di Alghero ai Caraibi. «La mia è una barca datata, del 1973. Non voglio dimostrare niente a nessuno, ma ora si può fare una traversata del genere anche su barche più piccole. La mia misura nove metri e mezzo ed è stata acquistata in Francia. Si chiama “Le point d’interrogation”, come il primo aereo che attraversò l’Atlantico da est ad ovest». C’è un consolidato legame familiare verso la Francia (lui è nato ad Ales, nella regione della Camargue, nel sud della Francia, ed anche sua madre è francese, mentre il padre è sassarese) e verso il velivolo, visto che il nonno partecipò alla sua costruzione.
Hai già preparato la tabella di marcia?
«Certo. La prima tappa arriverà a Majorca, dopo due giorni di viaggio. Poi, prima di fine mese, costeggerò il sud della Spagna ed arriverò a Gibilterra. A metà dicembre attraccherò nelle Isole Canarie e nella prima metà di gennaio sarò a Capo Verde. Infine a febbraio, dopo tre-quattro settimane e duemiladuecento miglia di navigazione, arriverò ai Caraibi».
Sarà una traversata solitaria o qualcuno verrà con te?
«Non sarò solo. Vado con mia sorella Valeria, che ha sette anni meno di me. Non è la prima volta che navighiamo assieme. Non ha la passione per la vela, ma le piace viaggiare.
E la tua fidanzata che ne dice?
«E’ contenta. Si chiama Tania e stiamo assieme da un anno. Abbiamo già viaggiato assieme. In origine doveva venire anche lei. Poi, per problemi di studio abbiamo dovuto cambiare i programmi. Verrà con me solo per un mese, tra le Canarie e Capo Verde (di certo non una brutta zona per passare le festività natalizie per una coppia…, ndr.)».
In operazioni come queste, la sicurezza è fondamentale.
«Si ed è anche la spesa maggiore. Avremo una zattera autogonfiabile, un “Epirb” (un sistema satellitare di posizionamento manuale da attivare in caso di bisogno). In più, le dotazioni classiche ed una farmacia di bordo completa di tutto. Inoltre, portiamo naturalmente il materiale di scorta per la barca».
Ma cosa fa scattare la molla per fare una traversata del genere?
«Non è la voglia di fare un exploit, visto che è già stata fatta da altri ed altri la fanno normalmente. E’ un desiderio personale, la realizzazione di un sogno che ho fin da ragazzino. E’ un’esperienza nautica che fa maturare molto. Se non lo faccio ora, non lo faccio più. E’ un’esperienza che mi servirà anche per il mio lavoro. Ora, tutti gli elementi si sono raggruppati positivamente, anche se sto aspettando ancora le vele. Finisco la preparazione e questo fine settimana si parte».
Chiudiamo con un messaggio per chi ti sta leggendo?
«Si. Questa è la dimostrazione che i progetti un po’ particolari, se ci si crede veramente, si possono realizzare tutti».
Nella foto il velista algherese
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