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Cor 17 agosto 2008
Porti insicuri: veliero incagliato e motoscafo in fiamme
Alghero: Veliero incagliato nel porto storico su una secca non segnalata. Castelsardo: barca in fiamme, mancano gli idranti e gli estintori per fronteggiare l’incendio


ALGHERO – Preoccupazione per la sicurezza nei porti del Nord Sardegna. A lanciare l’allarme il Comitato pescatori dopo i recenti fatti di cronaca che hanno interessato Alghero e Castelsardo.

A Castelsardo nel pomeriggio di Ferragosto prende fuoco un motoscafo. Mancano gli idranti. I pescatori e ei diportisti presenti non sanno come fronteggiare la situazione. Vengono chiamati i vigili del fuoco che per intervenire impiegano alcune decine di minuti. Nel frattempo il fumo, le scintille e le ceneri si diffondono nell’area portuale. Tutti fuggono abbandonando le proprie imbarcazioni. I pescatori protestano animatamente per la mancanza delle più elementari norme di sicurezza. La prima autobotte, dotata di materiali inidonei a quel tipo di combustione, ottiene soltanto di contenere nell’area circostante le fiamme impedendo a queste di diffondersi nelle barche vicine. Soltanto con l’arrivo di una seconda autobotte i vigili hanno la meglio sulle fiamme che vengono spente dopo oltre due ore di lavoro.

Il Comitato pescatori si chiede come sia possibile che un porto nuovo come quello di Castelsardo non sia attrezzato con le più elementari dotazioni di sicurezza per la salvaguardia e l’incolumità delle persone e delle cose. «In un caso analogo, cosa accadrebbe nel porto di Alghero ? –domanda il Presidente Giovanni Delrio- Ad Alghero gli idranti ci sono, ma nessuno li ha mai visti funzionare. Con la densità di natanti e imbarcazioni qui potrebbe accadere un vero disastro».

Ad Alghero il giorno seguente un veliero due alberi di una ventina di metri mentre manovra per uscire dal porto, si incaglia su una secca, situata di fronte alla testata del pontile ”Mar del Plata” Non è la prima volta che accade, infatti qualche anima gentile ha pensato di segnalare la secca con una bottiglia di plastica trasparente che tuttavia risulta purtroppo inadatta allo scopo. Per disincagliare la barca sfortunata sono dovuti intervenire 5 gommoni e l’operazione ha richiesto quasi un’ora.

«A chi spetta il compito di segnalare in modo tecnicamente appropriato questi pericoli per la navigazione? Chi ha il dovere di rendere sicura la navigazione all’interno del porto? –attacca Giovanni Delrio- Le persone, nei porti, possono cadere in acqua per molte ragioni: il diportista che sale o scende può scivolare; un bambino, giocando, può cadere. Un porto sicuro dovrebbe essere dotato con la massima frequenza possibile di scale per consentire ai malcapitati di risalire. Abbiamo provato a cercare queste scale nei moli e nei pontili, ma non le abbiamo trovate. Ora chi cade può farsi male nel cadere e non avere la prontezza di guadagnare uno scivolo lontano o le scalette che nel vecchio porto, costruito, secoli fa erano ben presenti. Non desideriamo essere in attesa di una futura disgrazia. A chi compete occuparsi seriamente e prontamente di questo problema?».

Nella foto una simulazione nel Porto di Alghero
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