Il piano, predisposto in applicazione del D.L. 1/2025 e delle disposizioni del Mim, prevede l’accorpamento di 9 autonomie scolastiche: Tagli che penalizzano i territori più fragili sostengono Uil Sardegna e Uil Scuola Rua Sardegna
CAGLIARI - «La scuola sarda ha bisogno di stabilità, investimenti, personale e autonomia». Lo sostengono Uil Sardegna e Uil Scuola Rua Sardegna che esprimono forte preoccupazione per gli effetti del dimensionamento della rete scolastica regionale, approvato con Delibera della Giunta Regionale n. 4/32 del 22 gennaio 2025 e recepito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito con Decreto USR Sardegna n. 1754/25. Il piano, predisposto in applicazione del D.L. 1/2025 e delle disposizioni del Mim, prevede l’accorpamento di 9 autonomie scolastiche su base regionale, con conseguente riduzione del numero complessivo di istituzioni scolastiche autonome.
Tagli che penalizzano i territori più fragili – sostengono Uil Sardegna e Uil Scuola Rua Sardegna – gli accorpamenti incidono in modo sproporzionato sulle aree interne, montane e rurali, dove la scuola rappresenta spesso l’unico presidio culturale e sociale. Le decisioni sono state prese senza un reale coinvolgimento delle comunità educanti, dei sindaci, dei collegi docenti e delle Rsu territoriali. Le scuole accorpate, spesso con plessi distanti decine di chilometri, rischiano di diventare ingestibili, mentre continuano a mancare risorse umane e amministrative.
La riduzione delle autonomie può compromettere la qualità e la varietà dell’offerta didattica, ostacolando i progetti territoriali e le sperimentazioni educative. «Il dimensionamento non può ridursi a un mero esercizio contabile. Accorpare 9 istituzioni senza un piano di sostegno concreto significa indebolire la scuola pubblica, non rafforzarla». Sotto il profilo del dimensionamento si prospetta una riduzione significativa del personale ATA, docente, dei DSGA e dei Dirigenti Scolastici. La Uil Sardegna e la Uil Scuola Rua confermano il proprio impegno a tutela di tutto il personale scolastico e degli studenti, affinché la riorganizzazione della rete non diventi sinonimo di abbandono dei territori.
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