Salvarlo è possibile, il Parco Regionale di Porto Conte traccia le prime linee guida di azione
ALGHERO - Il seminario-workshop sul grifone organizzato dall’Azienda Speciale Parco di Porto Conte ha centrato il suo obiettivo: salvare il grifone è possibile posto che ci sia sinergia d’intenti tra gli enti istituzionali preposti alla tutela della fauna selvatica. E venerdì mattina a Casa Gioiosa si respirava aria buona e tanto entusiasmo nel perseguire un obbiettivo comune cioè quello di salvare una specie ormai a rischio d’estinzione lungo le falesie di Punta Cristallo e Punta della Pegna in piena area protetta.
Il motivo, com’è noto, che sta determinando l’estinzione dell’avvoltoio grifone è legato alla disponibilità di cibo ovvero carcasse di animali. Nella zona non ci sono allevamenti e comunque oggi le carcasse non vengono quasi più lasciate nei campi. Esistono poi normative precise in materia di rimozione di animali morti. Rifornire dunque i famosi carnai negli ultimi decenni è stato abbastanza farraginoso per questioni igienico-sanitarie tant’è che ormai da tempo il carnaio del cantiere forestale delle Prigionette non è funzionante.
Ieri però si è riusciti ad individuare il giusto percorso normativo e amministrativo-burocratico per riaprire questi punti alimentari per i grifoni. Grazie alla task-force organizzata dal presidente dell’Azienda Speciale Parco di Porto Conte Antonello Usai erano presenti al seminario quasi tutti i soggetti istituzionali competenti. Da un rappresentante dell’Assessorato Regionale all’Ambiente, a vari dirigenti dell’Ente Foreste Sardegna, Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale della Sardegna e i vertici locali e provinciali del presidio Veterinario dell’Asl 1 di Sassari.
Sono stati proprio i veterinari a fornire utili spunti normativi per rendere nuovamente operativi i carnai e anche da parte dell’Ente Foreste e Corpo Forestale c’è stata ampia disponibilità e volontà a lavorare in maniera sinergica. Era inoltre presente come relatore del seminario il noto ornitologo tedesco Helmar Shenk,ormai sardo d’adozione, che insieme a Mauro Aresu e al prof. Salvatore Naitana neo preside della facoltà di Veterinaria hanno redatto per conto di Legambiente Sardegna il primo piano d’azione per il grifone.
Un corposo lavoro di studio esposto durante il seminario dallo stesso Shenk insieme agli altri due autori nel quale vengono individuate criticità e prospettive per la sopravivenza del grifone in Sardegna. Un lavoro che propone dettagliate linee d’azione e che è stato patrocinato dall’Assessorato Regionale all’Ambiente.
A moderare gli interventi e la tavola rotonda conclusasi nel tardo pomeriggio di venerdì il dott. Antonio Torre anch’egli esperto di avifauna e attuale responsabile dell’Area 5 del Parco Geominerario della Sardegna, che ha plaudito l’iniziativa elogiando il Parco di Porto Conte per essere riuscito a creare un tavolo operativo di lavoro per salvare il grifone.
«E’ indispensabile lavorare insieme per raggiungere l’obiettivo comune di salvare una specie ormai quasi estinta -ha concluso il presidente Usai- e il Parco ha tra i suoi compiti anche quello governare il territorio protetto insieme agli enti istituzionali competenti in materia di gestione faunistica. Sarà cura del Parco organizzare ulteriori tavoli tecnici che possano riunirsi periodicamente per realizzare un vero piano d’azione condiviso. Sarà indispensabile però un apporto fattivo della Regione Sardegna che dovrà dare gambe ai progetti che verranno messi in campo».
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