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Giancarlo Balbina 15:31
L'opinione di Giancarlo Balbina
Anche ad Alghero si difende chi evade


Non molto tempo fa, alcuni esponenti politici algheresi si sono scagliati contro l’attività di riscossione coattiva portata avanti dalla Secal S.p.A., la società partecipata del Comune di Alghero. Secondo loro, far rispettare la legge sarebbe una colpa. Una forzatura. Eppure, si tratta di una misura prevista dalla Legge — ripetiamolo per chi fa finta di non saperlo — e doverosa per garantire equilibrio ai conti pubblici e giustizia sociale. Ma puntuale come sempre, c’è chi si indigna. Il solito teatrino: qualche cittadino rumoroso (e ci sta!), qualche consigliere in cerca di visibilità che si risveglia solo quando c’è da difendere… gli evasori. Sì, proprio così: si difende chi evade, magari mascherandolo con parole come “tutela”, “umanità”, “dialogo”, purché si strappi qualche applauso facile e — con un po’ di fortuna — anche qualche voto in più. E, questo, non ci sta proprio. La storia ci insegna che quando il richiamo alla moratoria, alla sospensione o alla cancellazione tout court delle procedure coattive diventa una bandiera politica da agitare per ottenere qualche consenso, si
scivola nel populismo fiscale, che rischia di minare i fondamenti del contratto sociale che è poi alla base della nostra Costituzione. Ma il vero scandalo, ad oggi, non è la riscossione delle tasse: è che nessuno alzi la voce per difendere chi le tasse le paga sempre, da anni, da decenni, in silenzio. Con sacrificio. Con senso civico. Con dignità. Esiste ad Alghero — ed è la maggioranza silenziosa — una cittadinanza onesta, fatta di famiglie, pensionati, piccoli imprenditori, lavoratori dipendenti, che non si fa selfie con la cartella esattoriale in mano, ma che manda avanti la città con il proprio contributo. E a loro cosa diamo in cambio? Nulla. Nessun riconoscimento, nessuna gratificazione, neppure un gesto simbolico. Forse è arrivato il momento di cambiare rotta. Perché se chi non paga viene protetto, giustificato, talvolta quasi premiato, mentre chi fa il proprio dovere viene dimenticato e tartassato, allora il messaggio è pericoloso: conviene essere furbi, non onesti. E allora sì, continuiamo pure a riscuotere (ci mancherebbe!), ma iniziamo anche a premiare la lealtà fiscale
e tributaria. Pensiamo a riduzioni concrete, punteggi nei bandi, riconoscimenti pubblici. Perché pagare le tasse non è un atto scontato: è un gesto di fiducia verso la propria comunità. Non partiamo da zero. In Italia ci sono già buoni esempi di amministrazioni che hanno deciso di andare in
questa direzione. Uno di questi è Quartu Sant’Elena — terza città della Sardegna — dove il sindaco
Graziano Milia ha già introdotto da tempo forme di premialità, ad esempio sul fronte della Tassa sui Rifiuti, premiando i cittadini più virtuosi. Un modello intelligente e giusto, che andrebbe replicato anche altrove. Chi ha sempre pagato ha già dato. Alla politica il compito — e il coraggio — di dire da che parte sta.

*Giancarlo Balbina, Partito Democratico Alghero
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