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S.A. 22 maggio 2023
Salone libro, il futuro dei festival letterari sardi
Al Salone internazionale del libro di Torino si sono riuniti i rappresentanti di quattro festival letterari sardi per fare il punto sul futuro delle rassegne culturali


CAGLIARI - Solo un tavolo permanente, con la cabina di regia regionale e un impegno finanziario certo, può consolidare la continuità operativa e progettuale dei festival letterari in Sardegna. La proposta è stata lanciata stamane al Salone internazionale del libro di Torino dai rappresentanti di quattro rassegne riunite dall’Associazione editori sardi nella sala Sardegna, lo stand istituzionale della Regione di cui l’AES cura la gran parte del programma. A discutere sul tema, coordinati dalla presidente degli editori Simonetta Castia, si sono ritrovati Francesca Casula (Entula), Emiliano Longobardi (Florinas in giallo), Giacomo Mameli (SetteSere SettePiazze SetteLibri) e Davide Peddis (Cagliari Festival Scienza).

Tutti hanno concordato sulla necessità di fare fronte comune, anno dopo anno, davanti alle difficoltà che comporta l’organizzazione delle iniziative di promozione della lettura. Solo da un attento monitoraggio che premi le professionalità, è stato detto, possono emergere situazioni che qualifichino adeguatamente l’offerta, evitandone la sovraproduzione non sempre calibrata sulle effettive esigenze dei lettori. Tutti gli intervenuti hanno concordato sulla necessità di fare rete, lodando l’intervento pubblico (in Sardegna i festival ricevono circa 1,5 milioni di finanziamento annuo) ma lamentando la mancanza dei privati.

La cancellazione dei festival, caso non raro in Sardegna, impoverisce ulteriormente un territorio già gravato da gap culturali rispetto al resto del Paese: l’Isola detiene il triste record dell’abbandono scolastico ed è penultima per numero di laureati in Italia. I festival non possono però fungere da supplenti se la scuola non funziona. Il loro ruolo è un altro, quello di diffondere la cultura dei libri non soltanto nei territori in cui risiedono ma creando collegamenti con altri luoghi, unendo le forze: solo così i festival possono continuare a operare per il bene della cultura.
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