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Antonio Burruni 17 aprile 2008
Daga entusiasta: «E´ nato un grande partito riformista»
Il consigliere comunale del Pd, candidato alla Camera dei Deputati, analizza il voto nazionale e la situazione politica locale


ALGHERO – Enrico Daga, candidato numero dodici del Partito Democratico alla Camera, sapeva che, neanche in caso di grande affermazione avrebbe trovato uno scranno del Parlamento col suo nome, ma si è buttato nella campagna elettorale con la solita grinta. Il Pd ad Alghero ha totalizzato 8.771 voti, pari al 34% del totale, che sommato ai numeri dell'Italia dei valori arriva a 9.688. Il Partito del Popolo della Liberà è arrivato al 45% con 11.610, confermandosi primo partito-coalizione anche nella cittadina catalana.

Analizziamo il voto nazionale. Come giudichi la prima esperienza del Pd?
«Finalmente in Italia è nato un grande partito riformista non di sinistra. Il Pd guarda i valori della Sinistra riformista, ma si propone come partito riformista moderno. Mentre la Destra, che ha vinto legittimamente, fa nazionalismo e parla di chiusura, noi vogliamo relazionarci con l’Europa. E’ la nostra aspirazione, ma forse non siamo stati capaci di spiegarlo. In un momento di disagio del Paese, ha vinto il populismo, il messaggio semplice, il pifferaio, l’affabulatore, che presenta un messaggio spicciolo e di facile presa. Noi abbiamo presentato un messaggio serio, chiaro, di rigore, che ha avuto il placet di Zapatero e di Gordon Brown – prosegue Daga – che hanno riconosciuto la proposta seria ed alternativa. Abbiamo ottenuto una risposta positiva, ma non straripante. Ci aspettavamo una vittoria o quantomeno un pareggio. Dobbiamo guardare verso il futuro. Berlusconi – affonda il rappresentante del Pd – ha una coalizione cementata su interessi di bottega, di parte. I risultati del suo governo, tra il 2001 ed il 2006, sono sotto gli occhi di tutti. Se l’Italia è in ginocchio, non può dare tutte le colpe ai venti mesi di Prodi. Ed in spregio a questa situazione, ripresenta molti dei precedenti ministri. Però sono contento dei margini della loro vittoria, perché sono stati tolti gli alibi dell’ingovernabilità. Onore al merito, ma ora dovrà dimostrare cosa sa fare. Noi sappiamo stare all’Opposizione – sottolinea – ma bisogna anche dimostrare di saper vincere. Sicuramente faremo un’Opposizione matura, corretta e responsabile, portando avanti argomenti concreti e non slogan, per manifestare un vero programma alternativo, in modo dinamico e propositivo».

Da più parti, a partire dalle Comunali di Roma, si parla di un avvicinamento tra Pd ed Udc.
«Casini ha avuto un grande risultato, specialmente se lo confrontiamo con quello di altre forze politiche. Il suo partito è stato legittimato dal voto dell’elettorato di centro. Mi auguro che a Roma ed in futuri assetti di governo su vari livelli, Casini capisca che il futuro è nel ricompattamento di una classe dirigente seria».

Analizziamo il risultato della Lega Nord.
«Chi ha vinto veramente queste elezioni è la Lega. E’ riuscita a massimizzare il suo buon lavoro sul territorio. Ha dimostrato che lavorare con la gente paga. Il Pd deve tornare tra la gente, come ho sempre fatto io».

La grande sconfitta di queste elezioni è la Sinistra Arcobaleno, che lamenta di aver perso voti a vostro vantaggio.
«Mi rammarico della mancanza di rappresentanza della Sinistra in Parlamento. E’ sempre un problema di democrazia la mancanza di rappresentanza. Avere diversi punti di vista in una discussione, è sempre motivo di ricchezza, di confronto e di stimolo. Noi del Pd ci faremo carico di portare anche le loro istanze, quelle del mondo del lavoro, di una percentuale del popolo.Per quanto riguarda la loro sconfitta – spiega – non c’è niente di più grave e scorretto che attribuire la colpo di proprie sconfitte ad altri. Piuttosto che deresponsabilizzarsi, bisognerebbe chiedersi perché il loro messaggio non è arrivato all’elettorato. Un messaggio vecchio, elitario, appannaggio di una parte di intellettuali e non dei lavoratori e dei ceti più disagiati».

Ora, invece, parliamo del risultato elettorale ad Alghero. Che ne pensi?
«Ho aperto la mia campagna elettorale dicendo di voler dimostrare che Alghero non è una città di destra e, alla luce del risultato elettorale, la mia speranza si è rivelata giusta, con un grande risultato dell’Udc, con la conferma dell’Italia dei Valori e con un grandissimo recupero del Pd. Se nel 2006, l’Ulivo aveva 7196 preferenze (26percento), questa volta il Pd ne ha collezionati 8mila e 700 (34percento), superando la media nazionale dello 0,82percento. Se teniamo conto delle ultime Comunali, ora Alghero è una “mela spaccata”. In città iniziano a scoprirsi gli altarini. Ad Alghero, il Centrodestra si è rifatto esclusivamente alla figura di Marco Tedde, con una politica personalizzata, qui, come a livello nazionale con Berlusconi. Questo metodo umilia e svilisce le personalità che compongono il quadro politico del Centrodestra. Noi metteremo al centro gli interessi generali, per un programma politico vincente, che crei sviluppo armonico ed un’individuazione di altri assetti, che si aprano nella modernità, valorizzando imprese sostenibili e l’agricoltura, con particolare attenzione alla Nurra. Poi bisogna sviluppare il turismo, con la costruzione di nuovi alberghi. A chi giova che l’Amministrazione Comunale non individui zone per la costruzione di nuovi alberghi? Perché mantengono lo status quo? Inoltre – prosegue Daga analizzando la politica economica comunale – non riescono ad attirare nuovi investimenti, favorendo l’incubazione di nuove imprese nel territorio. Bisogna favorire chi cerca luoghi ameni come il nostro . I creativi vogliono lavorare in luoghi come Alghero. Bisogna puntare sul marketing territoriale, che non si basa sulla partecipazione a qualche fiera. Non c’è un’idea. Bisogna partecipare ai forum internazionali, lavorando assieme alla Provincia e ad altri enti territoriali. A meno che non pensino realmente di poter vivere di baretti e di posti di lavoro in Sogeaal. Questa è la sfida del Pd, che chiede fiducia. Personalmente, mi rivolgo soprattutto ai più giovani, sempre più sfiduciati».

Nelle foto Enrico Daga durante alcuni momenti della campagna elettorale
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