Il giovane candidato del Pd illustra la scelta del suo partito come una legittimazione per se stesso e per la città
ALGHERO – Enrico Daga, eletto dieci mesi fa alla sua prima candidatura in Consiglio Comunale, ci riprova. E’ infatti sua la dodicesima piazza nella lista che il Partito Democratico presenta in Sardegna nella corsa verso la Camera dei Deputati, all elezioni in programma il 13 e 14 aprile. Enrico, tra i più attivi in Consiglio, sin dall’inizio del nostro incontro, dimostra di avere le idee ben chiare. «Sono un membro della Commissione per la stesura del programma del Pd per le prossime Elezioni Regionali, sono quindi uno dei massimi dirigenti regionali. La mia non è una “candidatura di servizio” – attacca - con questa scelta il Partito Democratico restituisce un ruolo alla città di Alghero, cosa che non succede in altri partiti. Essere tra i diciotto candidati in lista, è una legittimazione del sottoscritto e della città. E’ una posizione che conta e che mi permette di portare avanti il progetto di Veltroni, opposto a quello di Berlusconi. In diciotto portiamo avanti un pensiero nuovo, perché chi fa politica si deve mettere al servizio di un’idea. Mi interessa il risultato del progetto, non una poltrona. Noi stiamo lanciando una nuova figura politica e chiedo la fiducia di Alghero. Dobbiamo contrastare la destra e, ad Alghero, dobbiamo portare un buon risultato al Pd».
Quando l’anno scorso ti sei candidato con l’Ulivo, in molti ti vedevano quasi “fuori posto” rispetto alla tua estrazione sociale ed al tuo passato. Questa candidatura è invece una conferma.
«Ho un’estrazione non politica, ma dal mondo dell’imprenditoria. Sono convinto che bisogna battersi per gli interessi sia dei lavoratori che delle imprese. Io penso di essere la sintesi dei due mondi, in un’era che ritengo “post-ideologica”. Ora bisogna ragionare come “Sistema Italia” e non a comparti stagni. Tutti devono fare un passo indietro».
Enrico accusa chi radicalizza il pensiero e chi straccia i programmi degli altri.
Mai come in queste Elezioni Politiche si parla di rinnovamento dei partiti.
«Sono felice che giovani colleghi, nonostante le poche possibilità di elezione, abbiano accettato la candidatura. Bisogna trovare un nuovo linguaggio, una nuova mentalità. La mia esperienza mi fa dire che il Pd, nella politica italiana, può essere una casa dove si può lavorare bene e non soltanto un posto per politicanti. Bisogna spendersi per cambiare la situazione politica da dentro e non stare fuori a criticare. E poi – ironizza – la malattia dell’imbecillità può cogliere a venti come a settanta anni. Non temo chi cambia idea, ma chi la pensa sempre nello stesso modo».
Cosa pensi della decisione del tuo partito, di apparentarsi con Italia dei Valori e Radicali e invece di non accordarsi con i Socialisti?
«Sono scelte fatte a livello nazionale. L’Italia dei Valori ed i Radicali hanno mollato le posizioni iniziali ed hanno abbracciato i dodici punti del nostro programma. Non siamo autoreferenziali, facciamo la strada con chi è d’accordo con le nostre idee. Sennò – spiega – avremmo rifatto l’errore storico riproponendo la solita solfa. I Socialisti storici portano con loro solo un parte di quello che è il Socialismo».
Potendo entrare in Parlamento, cosa avresti portato di Alghero alla Camera e cosa invece riporteresti indietro?
«Mi porterei sicuramente i tramonti della mia città. Vorrei rilanciare l’economia, defiscalizzando le imprese turistiche in bassa stagione. Vorrei essere il protagonista dell’abbattimento della continuità territoriale per i non residenti. Vorrei dare un ruolo alla Sardegna come centro della politica del Mediterraneo, sia a livello culturale che di scambi economici. La nostra isola – spiega – dovrebbe diventare la terra ideale per far incontrare diverse culture».
Nella foto: Enrico Daga, candidato del Partito Democratico alla Camera dei Deputati
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