M.V.
9 marzo 2008
Pdl, fumata bianca sulle liste Alghero e i Giovani in rivolta
Liste chiuse in casa Pdl, ma i giovani protestano per dei rappresentanti che non riconoscono più. Escluso il territorio di Alghero

CAGLIARI – Dopo lunghe trattative e malumori, è corsa all'ultimo minuto e all'ultimo posto disponibile. Chiuse le liste nel Popolo della Libertà, entro le venti di lunedì la consegna. La rosa dei nomi papabili c’è sempre stata, ma la guerra era sulla posizione utile per prendere l’aereo diretto per Roma. Ci saranno in lista per la Camera, Pili, Murgia, Cicu, Cossiga, Porcu, Testoni, Nizzi, Barbareschi, Vella e Marras, poi due donne in coda, oltre ai primi inseriti in tutti i colleggi, Berlusconi e Fini. Al Senato capolista sarà Pisanu, poi Delogu, Massidda, Saltamartini, Sanciu e Ladu. Rimarrà certamente senza rappresentanza il territorio di Alghero, nonostante alle ultime comunali si sia dimostrato una vera cassaforte con la riconferma di Marco Tedde col 65% di consensi. E proprio il sindaco di Alghero non le manda certamente a dire, durissimo il suo commento su La Nuova: ci hanno escluso, chiederemo il conto. Aria nuova, aria di cambiamento, anche quella che spira nei settori “giovani” dei partiti politici. E così il coordinamento regionale dei Giovani della Libertà attacca duramente la vecchia logica spartitoria che governa da anni la politica italiana. «Massidda, Cicu e Pili... Chi se ne frega?». E’ il messaggio firmato dal coordinamento. Un centinaio di militanti hanno passato le ultime settimane in giro per numerosi comuni dell'isola con l’obiettivo di raccogliere firme a sostegno della candidatura di un giovane sardo in Parlamento. Una campagna di sensibilizzazione chiusa martedì scorso a Sassari (Alghero esclusa), fatta di gazebo e banchetti nelle principali piazze, che ha funzionato, considerate le oltre 10mila sottoscrizioni raccolte e consegnate al leader del Popolo della Libertà Silvio Berlusconi. Il coordinatore regionale dei Giovani azzurri, Pierluigi Saiu, parla per tutti e censura il sistema che assegna le candidature per il Palazzo sulla base di «cognomi importanti o amicizie influenti», spiegando a chiare lettere come la politica sarda non possa più fare a meno di un cambio generazionale. Chiediamo che si torni a parlare di processi democratici per la scelta delle candidature, sostengono, perché «siamo sicuri che chi sarà nominato in Parlamento non riuscirebbe nemmeno a essere eletto in una circoscrizione».
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