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Giuseppe Luigi Cucca 24 gennaio 2018
L'opinione di Giuseppe Luigi Cucca
Barattata la gloriosa tradizione autonomista


Ora conosciamo le vere motivazioni dell’alleanza Lega-Psd’Az. Solinas ha deciso di barattare la gloriosa tradizione autonomista di cui è custode il suo partito, con un posto blindato in Parlamento. Non c’è alcuna motivazione di merito, perché sui punti del programma dei sardisti c’è stato pieno accoglimento da parte del Pd, anche nel corso dell’incontro tenutosi a Roma alla presenza di Piero Fassino e Luca Lotti. In quell’occasione al segretario del Psd’Az è stata data piena rassicurazione dell’accoglimento delle istanze sardiste, che sarebbero confluite nel programma col quale il Partito Democratico si sarebbe presentato, non solo davanti ai sardi, ma a tutti gli elettori italiani.

Con questa operazione si voleva dare un respiro nazionale alla questione sarda, anche garantendo una buona rappresentanza del Partito sardo d’Azione nelle liste elettorali in Sardegna in altri collegi della penisola. È giusto che gli elettori sardi, e la base sardista, sappiano che quell’accordo l’unico risultato che concretamente potrà produrre è una poltrona a Roma. Null’altro sarà percorribile perché si scontra con il programma del centrodestra nazionale e della stessa Lega, promotrice del federalismo fiscale e di altre politiche a favore delle regioni del nord, con buona pace dei principi di solidarietà e di leale collaborazione tra i vari livelli di governo. Le istanze sardiste non potranno mai trovare spazio nel marasma programmatico della coalizione di centrodestra per le troppe contraddizioni tra le proposte di Berlusconi, Salvini e Meloni, ad iniziare dai rapporti con l’Europa. I tre leader saranno troppo impegnati ad affrontare le loro incolmabili divergenze per dare la giusta considerazione alle richieste avanzate dal Psd’Az.

Spiace constatare che abbiano prevalso le aspirazioni di un leader e di qualche altro illustre esponente sardista che, pur di avere un seggio in Parlamento, è disposto a rinnegare persino la sua storia personale che non ha nulla a che fare con la deriva razzista e antidemocratica della Lega. Quella stessa formazione politica fondata sulla presunta superiorità del nord e che in un passato molto recente, che oggi il suo leader cerca maldestramente di seppellire, non perdeva occasione per insultare i sardi e i meridionali con slogan violenti ed epiteti di ogni genere, fomentando odio e intolleranza. Oggi però si è scelto di adottare una mera tattica di potere contro la nobile causa di rimettere al centro dell’agenda politica italiana le ragioni della Sardegna.

*Senatore, segretario Pd Sardegna



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