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Giuseppe Marceddu
23 maggio 2017
L'opinione di Giuseppe Marceddu
La multitasking portotorrese
Fra un'intromissione in Giunta, un intervento approssimativo in aula, un intercalare colorito e un'interpretazione da circolo del Giogantinu delle norme e dei regolamenti si è sbarazzata dell'antagonista Conticelli, ha occupato lo spazio lasciato libero dal vice sindaco Sassu (scappato a suo tempo a gambe levate dalla cionfra wheeleriana), è riuscita a fuori la Palmas dopo diversi tentativi insediando un proprio burattino al suo posto. Approfittando dell'evanescenza ologrammatica di Sean e del carattere molle come stracchino dei colleghi di maggioranza, con una cultura politica e una capacità amministrativa comune a quella dei suoi soci di partito e pari a quella di un Teletubbies, Loredana De Marco, la Presidente del Consiglio, grazie a una sua maggiore propensione all'effetto Dunning-Kruger (quel meccanismo di auto inganno per cui chi più ignora una materia più si auto convince di esserne un esperto) ha preso definitivamente in mano le redini del gruppo pentastellato.
In un vortice di carambole di ruoli da far impallidire persino un Joker ubriaco s'è impossessata dell'assessorato allo spettacolo (quello alla cultura s'è dato per morto), ha assunto la presidenza di tutte le commissioni consiliari e la funzione operativa di un sindaco inconsistente come la nebbia. La multitasking, come è stata definita recentemente in aula consiliare, probabilmente incapace di pianificare perfino le pulizie delle scale di un condominio, in mezzo a questa marmellata di puerilità rappresentativa ha avuto gioco facile. E oggi si morde le mani per aver appoggiato, due anni fa, la candidatura dell'attuale empty mayor. Si morde le mani per l'occasione persa. Ma non desiste la nostra presidentessa-assessora-portavoce-dirigente-sindaca-commessa-usciera-e-se-volete-do-anche-una-pulitina-ai-vetri e così prepara il terreno per una prossima candidatura a sindaco. «Se il ruolo l'ha rivestito Sean chiunque può ambire a quella carica» avrà pensato la tuttofare pentaumbè.
Peccato che su quel ruolo imperni la speranza di un'intera comunità. E' proprio vero, non c'è limite al peggio. «Hanno la faccia come il culo» titolava Michele Serra nel suo "Cuore" qualche hanno fa.
Ma com'è stato possibile il dilagare di quest'onda De Marchiana? E' sufficiente citare come la consigliera dei pentaincapaci Antonella Demelas si sia espressa in aula nell'ultima assemblea cittadina per capire il livello della concorrenza interna che ha sbaragliato la Loredanona I Contessa del Campanellino: «Io non ho esperienza politica, vorrei che voi (consiglieri di minoranza) mi chiedeste se ho bisogno d'aiuto, vorrei collaborare con voi proprio per la vostra grande esperienza». Tradotto: «Ci hanno votati ma, vi supplico, aiutateci perché non ne capiamo una mazza».
Immersi in una baraonda di proclami e di voci sconclusionate, di agitare di braccia rubate all'agricoltura e regalate agli orti urbani corriamo senza speranza verso il baratro. Altro che programmazione, altro che pianificazione strategica per la ripresa del territorio; dopo il reddito di cittadinanza, l'aumento dei tributi, gli sconti alle banche e il ricorso a Equitalia sono garantite altre prese per i fondelli. E mentre la banda pentapernacchie, con le chiappe ben saldate alle poltrone, continuerà a farsi gioco dei suoi elettori la città proseguirà a sprofondare nella disperazione. Ma tranquilli, ci sarà sempre un vigile urbano a cui dare la colpa.
*libero professionista
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