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Red
5 gennaio 2017
Befana dei Riformatori: carbone nella calza della Giunta Zedda
E’ una bocciatura senza appello, quella della Befana dei Riformatori, che oggi ha portato al sindaco di Cagliari Massimo Zedda una calza piena di carbone ed un alberello di Natale i cui addobbi recano inciso il nome dei “gioielli dimenticati della città”

CAGLIARI - E’ una bocciatura senza appello, quella della Befana dei Riformatori, che oggi (giovedì) ha portato al sindaco di Cagliari Massimo Zedda una calza piena di carbone ed un alberello di Natale i cui addobbi recano inciso il nome dei “gioielli dimenticati della città”. Il parlamentare Pierpaolo Vargiu, il coordinatore cittadino Alessandro Palomba, il capogruppo consiliare Giorgio Angius, insieme ad una delegazione dei Riformatori cagliaritani hanno recapitato al primo cittadino l’alberello e la calza della Befana insieme ad una letterina che riassume i motivi della profonda delusione dei Riformatori «per il disastro dei primi sei mesi di nuovo governo comunale».
I Riformatori non contestano certo il rifacimento dei pavimenti nelle strade commerciali: «per l’ennesima volta ribadiscono invece che in quelle strade appena rifatte rischia di non camminare più nessuno, se non si riesce a dare una nuova prospettiva di sviluppo economico alla città di Cagliari, che oggi sembra condannata ad essere abitata soltanto dagli anziani e dai disoccupati. Al sindaco Zedda e alla sua Giunta – proseguono - manca oggi un vero e proprio Piano strategico di sviluppo della città, capace di dare senso alla crescita economica di cui abbiamo bisogno per non perdere abitanti e giovani e per non morire senza lavoro e senza futuro». I Riformatori si chiedono «il sindaco e la Giunta che fanno?» ed elencano quelli che ritengono essere "i gioielli dimenticati di Cagliari”.
Si va dall'ex Ospedale marino («5500metri quadri sulla spiaggia che “Cagliari città turistica” e gli errori della burocrazia hanno destinato ad una casa di cura privata. Accertato il disastro, la Regione ha annunciato la revoca del bando. Da quel momento sono trascorsi 748 giorni») alla Caserma Ederle di Calamosca («22.500metri quadri su una delle più suggestive cale della città. Semivuota e abbandonata in attesa di passare al demanio regionale»), dal carcere di Buoncammino («un pezzo di storia identitaria della città, in uno dei colli più suggestivi e panoramici di Cagliari. Mille idee per il suo riutilizzo. Sembra che oggi sia occupato da qualche ufficio periferico del Ministero») al Parco di Tuvixeddu («La necropoli fenicio-punica più grande e importante del mondo abbandonata a se stessa. Sino al tragicomico di vederla superata dal bar Emerson del Poetto nei “siti di Cagliari consigliati ai turisti” di Tripadvisor. Per intanto è costata quasi 100milioni di risarcimento danni ai proprietari delle aree edificabili»), dalla passeggiata coperta del Bastione («Chiusa la Passeggiata Coperta dal 2012. Chiuso il Bastione dal 2013. Perennemente singhiozzanti gli ascensori per il Castello. La storia di un monumento e di un “quartiere-gioiello”, condannato a morte») alla Fiera Campionaria («12ettari nel pieno centro di Cagliari, a 50metri in linea d’aria dal mare. 47mila metri quadri coperti. Una ricchezza potenziale immensa per lo sviluppo turistico e nautico della città. Nessuno ne parla, la Fiera Campionaria occupa dieci giorni all’anno ed è un fallimento»).
Ed ancora, dal Padiglione Nervi («Archeologia industriale nei possibili percorsi turistici di maggior fascino. 6mila metri cubi, 20mila metri quadrati di cui nessuno si occupa») al Parco di Molentargius («Ovvero il “cantiere dei grandi annunci” per una immensa opportunità che non diventa mai realtà. Dove sono i percorsi turistici fluviali, la riattivazione del ciclo del sale, le attrattività turistiche?»), dall'ex carcere minorile di Giorgino («4mila metri quadrati abbandonati e addirittura in dismissione dal demanio regionale. Il grande abbandono della spiaggia occidentale della città, una patrimonio straordinario collegato al compendio di Santa Gilla di cui nessuno parla») all'anfiteatro romano («Il grande deserto, tornato in mano a suoi veri proprietari: i topi, l’abbandono, l’immondezza. Chiuso da cinque anni, un fallimento che si somma al fallimento del suo sostituto l’Arena “fantasma” Grandi Eventi di sant’Elia»), dall'ippodromo («24ettari di spettacolo tra la spiaggia del Poetto e il Parco di Molentargius. Il Comune, che è il maggior azionista della società che gestisce il niente, che fa?») all'ex Manifattura tabacchi («Riconsegnata al demanio regionale da oltre dieci anni, è ora assegnata dalla regione al Crs4 che tra sei mesi inizierà a fare bandi per associazioni e imprese. Un gioiello della città, panoramico sulla Darsena, a pochi metri dal terminal crociere, ad oggi inutilizzato»). «Sulle “amnesie” del sindaco Zedda e della sua Giunta si potrebbe continuare per molto tempo ancora: dall’ex Ospedale Militare, all’ex Panificio Militare, alle aree dell’aeronautica di Monte Urpinu, agli ex Istituti medici di Via Porcell, al Palazzo del Scienze, all’Ospedale Civile, in dismissione così come il “nuovo” Ospedale Marino (ex Albergo Esit)», concludono i Riformatori.
Nella foto: il sindaco di Cagliari Massimo Zedda
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