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Sergio Ortu 7 febbraio 2007
Entro febbraio la nuova sede del Parco
Il parco di Porto Conte avrà finalmente la sua sede istituzionale e definitiva all’interno della riserva naturale. Finalmente conclusi i lavori di ristrutturazione


ALGHERO - Il parco di Porto Conte avrà finalmente la sua sede istituzionale e definitiva all’interno della riserva naturale. Si sono finalmente conclusi i lavori di ristrutturazione e adeguamento della vecchia colonia penale di Tramariglio nota come “Casa Gioiosa”. Struttura che era stata già individuata e candidata a questo scopo. A dare notizia dell’ormai imminente trasferimento degli uffici amministrativi del Parco, il presidente dell’Ente Antonio Camerada. «Contiamo di procedere con lo spostamento degli arredi - spiega il massimo dirigente della Riserva naturale - entro questo mese. E penso potremmo essere operativi a Tramariglio a nei primi giorni di marzo». Si tratta di un momento importante per la riserva naturale di Porto Conte che dall’epoca della sua istituzione, parliamo del lontano 1999, solo negli ultimi anni ha visto l’organo ambientale muovere primi passi concreti, certamente non con poche difficoltà. Il presidente Camerada ormai prossimo alla scadenza del suo mandato non nasconde la propria soddisfazione nell’essere riuscito a risolvere situazioni farraginose che tenevano imbrigliato il parco. A partire dal non avere una sede e altre situazioni legate a precedenti gestioni. L’attuale consiglio d’amministrazione è riuscito infatti a predisporre una sede provvisoria, attualmente ubicata in via Mazzini e a predisporre in collaborazione con l’amministrazione comunale e l’ente regionale l’individuazione della nuova sede all’interno di Casa Gioiosa. Struttura di proprietà regionale e che è stata ristrutturata con un impegno di spesa pari a circa due milioni di euro e finanziata attraverso fondi comunitari nell’ambito del programma plurifondo del sistema parchi naturali misura 4.6.3.1. La consegna dei lavori è avvenuta nel 2004 e si sarebbe dovuta concludere in un anno ed invece ne sono passati tre. Quello che conta però è che ormai l’edificio è pronto, almeno nella sua condizione strutturale ed è pronto ad ospitare l’ente. La ristrutturazione è avvenuta sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai beni storici e architettonici di Sassari che ha voluto salvaguardare la storia dell’edificio. Ed infatti la struttura ha conservato in una sua ala le vecchie cellette dei detenuti che diverranno quindi un piccolo museo alla memoria del passato. Qualcosa che sembra idealmente collegare la riserva di porto Conte al parco Nazionale dell’Asinara, anch’esso luogo di un prestigioso carcere. Nella struttura troveranno posto laboratori, sale convegni, foresteria e altri spazi dedicati all’informazione ed educazione ambientale. Il presidente Camerada fa inoltre sapere che all’interno della vecchia colonia penale troverà posto anche l’Area Marina Protetta di Capo Caccia-Isola Piana, attualmente ospitata nei locali della Porto Conte Ricerche. «L’obbiettivo è quello di creare un unico luogo dove possano operare ed interagire le due autorità ambientali del territorio-evidenzia il presidente Camerada-in modo da unire le forze per la salvaguardia del territorio». Certo il parco di Porto Conte è stato spesso accusato di immobilismo e mancanza di progettualità e di assenza di risposte alle istanze del territorio. E infatti il presidente Camerada non nasconde che ci sia molto da fare, ma va dato atto che far funzionare un ente con pochi fondi e con nessuno organico non è facile. Sono state attivate ad ogni modo diverse iniziative anche piuttosto importanti e che a breve prenderanno avvio, tra cui un importante progetto finanziato con fondi comunitari Iterreg in collaborazione con la Corsica. C’è stato un impegno serrato per risolvere la piaga dei cinghiali e su questo problema il presidente Camerada tende a sottolineare che l’organo deputato alla risoluzione del problema non è solo il parco, ma soprattutto la Regione e la Provincia. E in questo senso si è cercato di lavorare in sinergia. «A breve dovrebbe partire un programma di monitoraggio - conclude Camerada - che dovrebbe dare dei primi dati. Abbiamo infatti istituito una borsa di studio in collaborazione con l’Università di Sassari per effettuare una prima ricognizione dell’attuale popolazione di ungulati».

Nella foto la sede del parco, Porto Conte
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