A.B.
26 dicembre 2015
Natale in Sardegna: per pranzo, 5milioni di euro sprecati
Secondo l´indagine della Coldiretti Sardegna, per il pranzo del 25 dicembre, ogni cittadino sardo ha lasciato in tavola 3euro di cibo

CAGLIARI - Si aggira intorno ai 5milioni di euro il valore del cibo sprecato sulle tavole dei sardi per il pranzo di Natale. Lo sostiene uno studio di Coldiretti Sardegna, che ha anche stimato che per imbandire le tavole del 25 dicembre in Sardegna sono stati spesi oltre 26milioni di euro. Lo spreco si aggira dunque intorno ai 7euro a famiglia (3euro per ogni singolo sardo): ogni nucleo familiare ha speso 37euro (16euro pro capite).
La maggior quantità riguarda i secondi: la carne in particolare, dove si stima uno spreco di circa 1,5milioni di euro (quasi 2euro a famiglia); mentre per il pesce si aggira intorno ai 200mila euro. Al secondo posto della classifica dello spreco ci sono le bevande (spumante e vino in testa) con oltre un milione di euro (1,3euro a famiglia). Gli antipasti rimasti nel piatto sono circa 600mila euro; 400mila euro i dolci. «Una minima parte sarà consumata oggi – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – ma rimane comunque una quantità importante di cibo sprecato, un ossimoro che stona nel giorno del santo Natale. Uno spreco di cibo, suolo e acqua ed uno schiaffo per quelle 108mila famiglie indigenti presenti in Sardegna, circa il 14percento del totale».
«La tendenza è verso il contenimento dello spreco – spiega il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba - Dopo l'arrivo della crisi si riscontra più oculatezza e attenzione da parte dei sardi nel fare la spesa. Che oltre a comprare locale, stanno più attenti anche alle quantità. Serve comunque una maggiore cultura perchè la quantità di cibo sprecato, sopratutto nelle giornate di festa è troppo alto anche per una regione come la nostra in cui, come ci ha detto a fine novembre la Caritas nel presentare il report su povertà ed esclusione sociale, negli ultimi sette anni il numero di coloro che si sono rivolti ai Centri di ascolto sono più che triplicati passando da 2199 del 2007 ai 6882 del 2014».
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